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Caso Bianzino. Il figlio: “Mio padre Aldo fu ucciso in carcere, riaprire le indagini”

Potrebbe esserci un’importante svolta a distanza di 11 anni sul caso dell’uomo morto nel 2007 a Perugia Capanne, 48 ore dopo l’arresto. Due nuove perizie chieste dalla famiglia: “A causare il decesso furono le lesioni e non un aneurisma”.
A cura di Biagio Chiariello
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“Io chiedo che venga aperta una commissione di inchiesta parlamentare per tutti i casi di sospetti abusi da parte delle forza dell’ordine o comunque sotto la tutela delle istituzioni”, Rudra Bianzino ha 25 anni. Era un adolescente quando suo padre Aldo morì nel carcere di Perugia Capanne il 14 ottobre 2007, solo 48 ore dopo esser stato arrestato. Ora, a distanza di undici anni, chiede che si indaghi ancora per omicidio volontario. L'elemento di novità che potrebbe portare a una svolta sono due perizie, svolte da consulenti medici della famiglia, da cui emerge una nuova verità sulle lesioni trovate sul corpo di Bianzino. Secondo le relazioni, del novembre 2017, la causa del decesso sarebbe riconducibile a una emorragia subaracnoidea provocata "non da un aneurisma ma da un evento traumatico", è stato spiegato in conferenza stampa. La lesione epatica, che finora è stata considerata legata alle "manovre di rianimazione", sarebbe invece contestuale all'altra. "Le lesioni sono sovrapponibili – ha detto l'avv. Cinzia Corbelli, legale di Branzino – dalle nuove perizie è risultato che sono insorte contemporaneamente e almeno 2 ore prima del decesso". "La battaglia che sto portando avanti va al di là della voglia di giustizia per mio padre" ha sottolineato Rudra Bianzino.

Il caso Bianzino – Aldo fu arrestato nel casale di campagna in cui viveva con la famiglia il 12 ottobre 2017, dopo una perquisizione che rivelò l'esistenza di una piccola coltivazione di marijuana. La moglie, fermata con lui, venne scarcerata il giorno dopo. L’autopsia sul corpo dell'uomo rivelò quattro ematomi cerebrali, lesioni a fegato e milza, due costole rotte. “Bisogna fare chiarezza su questa vicenda – ha aggiunto Corbelli, citando anche i casi Cucchi e Uva – non possiamo permetterci di avere questi dubbi”. Nel corso di una conferenza stampa in Senato Rudra Bianzino ha anche lanciato una petizione online per “supportare questa richiesta di verità e giustizia” e ha chiesto che “venga aperta una Commissione di inchiesta parlamentare per tutti i casi sospetti di persone morte sotto custodia delle istituzioni”.

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