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Carige, ok dell’Ue a decreto. Tria: “Si basa sulle stesse norme del salva-banche di Gentiloni”

Il ministro dell’Economia difende il decreto salva-Carige, considerato un copiaincolla del decreto del 2016: “Questo è un decreto d’urgenza fatto per intervenire su fenomeni specifici in base a delle norme. Se il fatto specifico è simile a un altro la norma è la stessa e il decreto è uguale. Non vedo come si possa fare un decreto in modo diverso”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Come ho detto in precedenza, questo è un decreto d'urgenza fatto per intervenire su fenomeni specifici in base a delle norme. Se il fatto specifico è simile a un altro la norma è la stessa e il decreto è uguale. Non vedo come si possa fare un decreto in modo diverso". Il ministro dell'Economia, durante un'audizione al Senato, torna sul decreto salva-Carige, che le opposizioni considerano un copiaincolla di quello del governo Gentiloni. Tria dice ironicamente: "Forse mi potevo applicare di più a parafrasare la norma o a infiocchettare il decreto". Come è nata la polemica? La questione è legata al decreto varato dal governo giallo-verde per il salvataggio della banca ligure, atto che è stato contestato dalle opposizioni, non nel merito, ma perché in passato il M5S si era scagliato contro l'intervento a sostegno di Mps e delle banche venete.

Il M5S nel 2016 criticò la scelta del governo Gentiloni, accusandolo di aiutare le banche con i soldi dei contribuenti. "Devono vergognarsi – ha attaccato l'ex presidente del Consiglio Renzi – Sono bastati 10 minuti di una riunione notturna del Cdm per smentire 5 anni di insulti e menzogne contro di noi". 

L'8 marzo del 2017 Luigi Di Maio diceva: "Poi è arrivato lei presidente Gentiloni. Il suo primo atto politico? Un decreto per trasferire 20 miliardi di euro alle banche italiane". E ancora: "Dopo 4 anni passati a dirci che non c'erano soldi per il reddito di cittadinanza, per le forze dell'ordine, per le imprese italiane, per il fondo per le disabilità, ha cacciato fuori dal cilindro 20 miliardi. Complimenti". Stessa linea seguita da Alessandro Di Battista, che nell'estate dello stesso anno, se la prendeva con "i decreti sulle banche scritti direttamente dai consigli d'amministrazione delle banche, con la compiacenza del sistema mediatico". Di Battista citava il caso di Mps, "spolpata dal Pd e salvata dal Pd con soldi nostri, e sui giornali si fa finta di nulla. I soldi per regalare banche ci sono, ma sul reddito di cittadinanza ci dicono che è utopia. Come si fa a votare ancora questa gente?".

Ora però, come ha evidenziato il Sole24Ore per primo, il testo per banca Carige è stato scritto sulla falsariga di quello per Mps, Pop Vicenza e Veneto Banca: contiene infatti le stesse regole per l'eventuale nazionalizzazione, compreso il burden sharing (ovvero il sistema di condivisione degli oneri che avviene nel contesto di una crisi finanziaria tra azionisti e obbligazionisti subordinati), e le stesse regole che determinano le garanzie statali. Il piano di ‘salvataggio' è composto da due parti: garanzie statali sulle obbligazioni, per un massimo di 3 miliardi di euro, e un fondo pubblico da 1,3 miliardi per coprire gli oneri dei bond e della eventuale sottoscrizione di azioni della banca per un massimo di un miliardo in caso di ricapitalizzazione precauzionale.

"L'idea secondo cui i comportamenti virtuosi di finanza pubblica si impongono con vincoli che rendono sempre più costosi i comportamenti devianti è un'idea che non ha funzionato bene", ha detto oggi Tria, intervenendo all'Abi per la presentazione del volume ‘Mercato, Europa e liberta" che raccoglie gli interventi di Guido Carli. "I vincoli esterni – ha spiegato Tria – comportano a volte un aggravamento del comportamento che si vuole correggere, ma questa è la ratio con cui si è costruita e si continua a costruire l'architettura europea". 

Il titolare di via XX Settembre quindi ha proposto una metafora per spiegare il senso del suo discorso: "Immaginiamo di avere un amico che zoppica e che questo amico possa camminare benissimo se si opera. Lui però – ha sottolineato il ministro – non vuole operarsi. Allora gli togliamo il bastone, così è costretto ad operarsi. Ma lui cade e si spacca la testa. Forse è un esempio un po' esagerato, ma è un problema". Poi ha aggiunto: "Le ragioni di difesa del sistema bancario non possono essere ignorate e probabilmente noi abbiamo un problema di questo tipo nell'ordinamento europeo che permette poco e difficilmente l'intervento pubblico". 

L'intervento per il sostegno di Banca Carige ha comunque incassato l'ok anche dall'Ue: "La Commissione europea ha trovato il piano italiano per sostenere l'accesso alla liquidità della Cassa di risparmio di Genova e Imperia, Banca Carige, con una garanzia statale per essere in linea con le norme dell'Ue in materia di aiuti di Stato. L'intervento consiste nell'emissione da parte dello Stato italiano di garanzie per una serie di obbligazioni che la banca intende emettere e che avranno un importo nominale complessivo fino a 3 miliardi di euro, mentre la Banca Carige pagherà una tassa allo Stato italiano per la garanzia. Stando alla valutazione della Commissione, la misura è mirata, proporzionata e limitata nel tempo e nella portata, dunque in linea con le norme dell'Unione europea". 

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