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Caravaggio, una mostra rivela quadro mai visto: esposto anche un inedito di Artemisia Gentileschi

La mostra “Artemisia e i pittori del Conte” in corso a Conversano riunisce alcuni fra i più grandi maestri del Cinque e Seicento: fra le tele esposte, un inedito della Gentileschi e un’opera misteriosa che potrebbe essere di Caravaggio.
A cura di Federica D'Alfonso
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Artemisia Gentileschi, "Giaele e Sisara" (1620), Szépművészeti Múzeum, Budapest.
Artemisia Gentileschi, "Giaele e Sisara" (1620), Szépművészeti Múzeum, Budapest.

Ritrovato un dipinto che potrebbe essere di Caravaggio. La notizia arriva da Conversano, in provincia di Bari, dove è in corso la mostra “Artemisia e i pittori del Conte”: l’esposizione, aperta fino al prossimo 30 settembre, riunisce per la prima volta dopo secoli gran parte delle opere della splendida collezione di Giangirolamo II Acquaviva d'Aragaona. Fra le opere esposte, un dipinto inedito di Artemisia Gentileschi, oltre alla misteriosa tela che, secondo gli studiosi, potrebbe essere addirittura di Michelangelo da Merisi.

L’inedito di Artemisia e l’ipotesi del Caravaggio

La mostra, inaugurata presso il Castello Normanno e la Chiesa di San Giuseppe e curata da Viviana Farina e Giacomo Lanzilotta con la collaborazione di Nicola Cleopazzo, oltre a riunire per la prima volta dopo secoli una grande quantità di opere appartenute al conte collezionista, è divenuta occasione per una più ampia rivalutazione storica di alcuni dipinti: fra questi, l’inedito “Caritas Romana” firmato da Artemisia Gentileschi. Ma l’attenzione degli studiosi è stata catturata da un’altra tela, proveniente dal Museo della Cattedrale di Malta: conosciuta come “Fortitudine Pares”, l’opera è ora al vaglio dei ricercatori per stabilirne l’attribuzione che, secondo Roberta Lapucci, potrebbe essere individuata in Caravaggio.

I pittori del Conte: la mostra

Uno dei dipinti della serie sulla Gerusalemme Liberata di Paolo Finoglio, conservata a Conversano.
Uno dei dipinti della serie sulla Gerusalemme Liberata di Paolo Finoglio, conservata a Conversano.

L’esposizione, organizzata in collaborazione con importanti musei internazionali come il Muza di Malta e il Prado di Madrid, riunisce ben 60 opere appartenenti a quella che doveva essere la sterminata collezione di Giangirolamo II Acquaviva d'Aragona: costituito da più di 500 oggetti d’arte, dopo la sua morte avvenuta nel 1665, gran parte del tesoro del conte venne disperso o venduto a privati. Soltanto nel 1978 il Comune di Conversano riuscì a recuperare alcune fra le opere possedute da Giangirolamo II, fra cui le dieci bellissime Storie della Gerusalemme Liberata di Paolo Finoglio, che da allora sono esposte nel Castello. Il comitato scientifico della mostra ha lavorato lungamente al fine di recuperare altri pezzi fondamentali per comprendere la magnificenza di questa collezione, rintracciando altre cinque opere appartenute al conte.

Di queste, moltissime tornano in Italia per la prima volta dopo secoli. Due le sedi scelte per ospitare la preziosa collezione: il percorso inizia nelle sale del Castello Normanno, con otto sezioni tematiche che raccontano “Baccanali e Battaglie”, i “Maestri caravaggeschi” e i “Santi Patroni”, per poi proseguire nella suggestiva Chiesa di San Giuseppe. Qui si trovano nove dipinti di grande dimensione, tra cui i grandi maestri veneti del Cinquecento come Paolo Veronese e Paolo Finoglio con il “Trionfo di Bacco” che torna in Italia dopo 400 anni. Nel percorso è compresa anche la visita alla chiesa dei Santi Medici Cosma e Damiano, definita dagli storici “la Cappella Sisitina” di Paolo Finoglio, realizzata proprio su volere dei conti di Conversano, esempio più alto e raffinato dell’arte dell’epoca.

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