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Camorra, il pentito Iovine: “Luigi Cesaro era in contatto con i clan”

L’ex boss dei Casalesi Antonio Iovine ha accusato il deputato di Forza Italia ed ex presidente della Provincia di Napoli: il pentito ha riferito alla Dda di Napoli dei presunti rapporti di Luigi Cesaro con la camorra.
A cura di Susanna Picone
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Continua a parlare Antonio Iovine, boss pentito del clan dei Casalesi. Questa volta al centro delle rivelazioni di Iovine c’è Luigi Cesaro, deputato di Forza Italia ed ex presidente della Provincia di Napoli per il quale è stato chiesto l’arresto alla Camera con l’accusa di concorso esterno e turbativa d’asta. Secondo il pentito Iovine, Cesaro avrebbe avuto rapporti con i clan della camorra. In particolare l’ex presidente della Provincia di Napoli, secondo quanto riferito da Iovine alla Dda di Napoli, sarebbe stato in contatto con il capozona di Aversa Corrado De Luca, il quale parlava di lui come “una persona che senza alcuna difficoltà sarebbe stata avvicinata”. “Di Cesaro – così Iovine, interrogato in carcere all’Aquila il 28 luglio – avevo già sentito parlare nel corso di una riunione tra me, Zagaria e Panaro nel 2005 o 2006 in un'abitazione di Zagaria”. Quel verbale è agli atti del Tribunale del Riesame che dovrà pronunciarsi sulla richiesta di revoca dell’ordinanza di custodia avanzata dai legali del parlamentare. Panaro riferì che “Cesaro aveva interesse” a realizzare un affare ad Aversa, indicato come “Texas”.

Le rivelazioni del pentito Iovine su Cesaro

Panaro, secondo il pentito, chiese al gruppo se fosse possibile avvicinarlo: “Ricordo che Zagaria Michele, per nulla meravigliato dell’informazione, si assunse l’impegno di avvicinare Cesaro e di aggiornarsi sull’affare”. Dopo aver sottolineato che Zagaria aveva “ottimi rapporti” con i clan di Sant’Antimo, il Comune di cui Cesaro è originario, Iovine ha spiegato che il deputato era appunto in contatto con il capozona di Aversa. “Per fare un esempio chiarificatore – ha messo a verbale il boss pentito – dico che lo stesso avrei fatto io se qualcuno mi avesse chiesto di avvicinare Nicola Cosentino. In quel caso, infatti, al mio interlocutore avrei immediatamente risposto che avremmo potuto facilmente rivolgerci al fratello Giovanni”.

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