21 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Caltanissetta, tasse sul narcotraffico: il caso di Brancato e Di Stefano

Arrestati nel 2016, i due vendevano droga al dettaglio. Nonostante avessero dichiarato di essere nullatenenti, avevano case lussuose, cavalli e auto di grossa cilindrata. Protesta il legale: “Così si legittimano questi redditi”.
A cura di Redazione
21 CONDIVISIONI
Immagine

Emanuele Brancato ed Emanuele Di Stefano erano, secondo dichiarazione dei redditi, nullatenenti, ma giravano con auto di lusso e avevano cavalli e case con tanto di arredamento in oro. Da dove provenisse tanta ricchezza si è scoperto nel corso di indagini che nel 2016 hanno portato la Polizia ad arrestare Brancato e Di Stefano, che hanno guadagnato oltre 50.000 euro trafficando droga. Ora la Guardia di Finanza di Gela, in provincia di Caltanissetta, chiede il pagamento delle tasse su quei proventi, per una somma complessiva di 20.000 euro da dare in ragione dell'articolo 53 della Costituzione: "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva".

Le Fiamme gialle di Gela, guidate dal comandante Massimo Devito, hanno eseguito un calcolo sulla base dei capi di imputazione. Brancato e Di Stefano, arrestati nel 2016, secondo l'accusa acquistavano droga in Calabria, a Platì, per poi rivenderla al dettaglio. Secondo la Guardia di Finanza la disponibilità reale del denaro modifica, rispetto alla nullatenenza da loro dichiarata, la capacità contributiva di cui l'articolo 53 della Costituzione, ma Giacomo Ventura, legale di Brancato, osserva che "il calcolo parte su alcune accuse ancora non certificate da un processo. E poi, così facendo, si dà una sorta di legittimità a questi redditi".

21 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views