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Calo adozioni in Italia: l’iter burocratico costa 25 mila euro

Le procedure di adozione richiedono tempo, pazienza ma soprattutto denaro: in italia l’iter burocratico, infatti, può costare dai 17 mila ai 25 mila euro. Per questo tante famiglie italiane rinunciano al sogno di poter avere un figlio adottato.
A cura di Daniela Caruso
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Meno adozioni a causa di iter lunghi e costosi

Avere un bambino non è una cosa semplice, soprattutto per le persone che, avendo problemi di procreazione, si affidano all’istituto dell’adozione per sopperire alla mancanza di un figlio naturale. Le coppie che decidono di prendere in adozione un bambino o una bambina devono seguire un percorso, fatto molto spesso di ostacoli e tempi lunghi, con enorme dispendio di soldi ed energie. Per questo motivo, tanti coniugi in Italia stanno abbandonando l’idea di poter regalare il proprio amore a un bambino che, ormai, non ha più genitori o che è stato abbandonato da chi l’ha messo al mondo. In tal senso, decresce il numero di richieste delle coppie, le quali si rivolgono sempre meno ai Tribunali per ottenere il famoso “decreto d’idoneità”, cioè quel documento che sancisce l’idoneità dei genitori per avere in adozione un figlio.

Le domande sono in calo sia per le adozioni di bambini stranieri, sia per bambini italiani. Nel primo caso, dal 2004, c’è una diminuzione del 32%, quindi una coppia su tre non fa più richiesta di adozione (da 8274 a 5576); nel secondo caso, invece, si registra il 35% in meno di richieste: da 16234 richiedenti del 2006 si è passati a 10611 nel 2010. L’iter burocratico che soggiace alla procedura di adozione stanca e demotiva le coppie italiane, sia dal punto di vista dei tempi che si impiegano per affidare definitivamente una creatura ad una famiglia, sia per quel che concerne i costi legali: infatti, secondo le cifre calcolate dalla Commissione Adozioni Internazionali le cifre da sborsare per la procedura adottiva varia a seconda del paese scelto: si va da circa 5.000 euro in fase di pre-adozione in Ucraina, fino ai 12.000 euro per un bambino nepalese. Tra spese legali e iter burocratico la somma cresce notevolmente fino a oscillare tra il 17 mila e i 25 mila euro.

A incidere su questo calo di domanda, sicuramente anche la crisi economica che, secondo Marco Griffini, Presidente dell’Ai.Bi (Amici dei Bambini) è “ la principale causa di questa fuga ormai costante delle coppie dall’adozione”, ma anche i vincoli e le restrizioni applicate a questa delicata procedura: infatti, secondo quanto sancito dalla legge 4 maggio 1983 gli adottanti devono avere dei requisiti specifici, senza i quali l’adozione può essere considerata un sogno lontano. Gli adotanti devono essere sposati da almeno tre anni, compreso un periodo di convivenza certificato; tra marito e moglie non devono esserci più di 45 anni di differenza e si deve rispettare il tetto massimo di 55 anni per poter avanzare domanda di adozione, anche se tale limite può essere ammorbidito dal fatto che la famiglia voglia adottare due o più fratelli. E tutti questi impedimenti spingono le coppie, a volte, a commettere atti illegali: come non ricordare il recente caso di adozione clandestina via internet da parte di una coppia, che ha comprato il bambino per la cifra di 7.500 euro. A parte questi casi estremi, come sottolinea lo stesso Griffini,

“Non è possibile che ogni sentenza deliberata dai tribunali stranieri debba essere adeguata dai tribunali italiani. Per ottenere la valutazione dai servizi sociali si devono superare anche 15 colloqui. Sono passaggi che fanno perdere tempo, con una razionalizzazione si potrebbe risparmiare fino a 60 milioni di euro l’anno”.

Insomma: le adozioni diventano un vero e proprio business. Della felicità delle coppie in pochi se ne curano. E a rimetterci sono i bambini, i quali restano in case famiglia o in istituti solo perché la burocrazia non tiene conto del fattore umano che spinge le famiglie a fare richiesta di adozione e del desiderio dei bambini di essere amati da genitori che da sempre li hanno voluti e mai avuti.

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