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Calabria, uomo denuncia: “Mia figlia è non vedente ma non ha insegnanti di sostegno”

Malgrado due sentenze del Tar impongano al ministero di fornire insegnanti di sostegno che conoscano il linguaggio Braille la ragazza, che frequenta le scuole medie, da anni è in attesa.
A cura di Davide Falcioni
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Lei si chiama L.C., ha 13 anni e frequenta una scuola a Vibo Valentia dove ottiene buoni risultati malgrado sia non vedente: per lei, tuttavia, non è ancora stato trovato un insegnante di sostegno adeguato e in grado di decifrare il codice Braille, così come non le sono stati forniti i libri di testo idonei, che pure le spetterebbe di diritto. Il risultato è che i buoni risultati arrivano a fronte di un impegno molto superiore a quello dei suoi compagni.

A raccontare la sua storia è stato il padre, in un'accorata lettera inviata all'agenzia stampa AGI: "Mia figlia ama la matematica, le lingue e la letteratura. Nonostante le difficoltà che deve affrontare ogni giorno per sopperire alla cecità – racconta l'uomo – il suo rendimento scolastico è eccellente, anche se non le sono mai stati fatti sconti. Ma questa situazione non può più andare avanti. Mia figlia ha bisogno dell’aiuto di un insegnante di sostegno che conosca il Braille. Ne ha pieno diritto e a sancirlo è la legge". E' evidente che le condizioni della ragazzina non sono quelle ottimali e che necessiterebbe di un'assistenza adeguata. Eppure, malgrado due sentenze del Tar che obbligano il ministero dell’Istruzione ad assegnare alla giovane un insegnante di sostegno esperto in Braille, la giovane non può ancora usufruire di questo servizio.

"A mia figlia – spiega il padre – è invece stato assegnato un insegnate di sostegno polivalente che non ha alcuna competenza con questo sistema di scrittura e lettura. Del resto gli insegnanti di sostegno polivalente non sono tenuti a conoscere il Braille. Ma senza questa competenza non possono dare a mia figlia quello di cui ha bisogno per imparare, per fare i compiti in classe e così via". La battaglia è iniziata anni fa: "Già all'inizio, comune, provincia e regione – prosegue l'uomo – si rimbalzavano le responsabilità per la traduzione in Braille dei libri di testo. Prima che il Tar obbligasse la regione a trascrivere i libri, mia figlia è stata costretta a studiare il primo anno delle scuole medie senza il materiale didattico necessario". La situazione, tuttavia, non è ancora stata affrontata: "L'anno scolastico è già iniziato e ancora mia figlia e i suoi insegnanti sono costretti a fare i salti mortali per rispettare il programma scolastico. Il ministero infatti non ha ancora provveduto a fornire a mia figlia un insegnante di sostegno esperto in Braille".

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