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Calabria, il Consiglio dei Ministri scioglie Lamezia Terme e altri 4 comuni per mafia

Su proposta del ministro dell’Interno Marco Minniti, il Cdm ha predisposto lo scioglimento e il commissariamento dei comuni di Lamezia Terme, Cassano allo Jonio, Isola Capo Rizzuto, Marina di Gioiosa Jonica e Petronà per infiltrazioni mafiose.
A cura di Charlotte Matteini
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Cinque comuni della Calabria sono stati sciolti su proposta del ministro dell'Interno Marco Minniti per infiltrazioni mafiose. Secondo quanto prescritto dall'articolo 143 del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, il consiglio dei Ministri ha predisposto il commissariamento per i comuni di Lamezia Terme, Cassano allo JonioIsola Capo RizzutoMarina di Gioiosa Jonica e Petronà "nei quali sono stati accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata”. In sostanza, la criminalità organizzata in quelle zone opererebbe pensanti condizionamenti al fine di ottenere appalti. La decisione del consiglio dei Ministri si basa sulle risultanze delle indagini operate dalle Commissioni d'accesso nominate dai prefetti dei comuni di Catanzaro, Cosenza, Crotona e Reggio Calabria.

Le Commissioni al termine dei lavori hanno stilato una relazione nella quale rilevavano la presenza di pesanti condizionamenti all'interno delle istituzioni operati dalla criminalità organizzata e proposto lo scioglimento dei comuni interessati ai Prefetti, richiesta che poi è stata trasmessa al ministro competente, Marco Minniti. Tra quelli sciolti il comune più importante é quello di Lamezia Terme, che contra oltre 70mila abitanti e costituisce la terza città della Calabria per numero di abitanti, dopo Reggio Calabria e Catanzaro. Per Lamezia Terme, inoltre, si tratta del terzo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose dopo quelli intervenuti nel 1991 e nel 2002.

“Tutti sappiamo che il Comune sarà sciolto ma, al momento, non ne conosciamo le motivazioni", aveva dichiarato il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro – attualmente in sciopero della fame – martedì 21 novembre. “Avverto rabbia, amarezza e frustrazione insieme ad una sensazione di assenza dello Stato. Non riesco a capacitarmi del fatto che per tutto il periodo in cui é stato effettuato l’accesso antimafia in Comune, la Commissione incaricata degli accertamenti non abbia avuto il tempo di sentirmi nonostante io abbia chiesto ripetutamente di essere ascoltato. Ho l’impressione che c’è qualcuno che, ancor prima che venisse disposto l’accesso, aveva deciso che il Comune di Lamezia andava sciolto. Mi chiedo come la Bindi abbia fatto a dare per certo lo scioglimento del nostro Comune. Nessuno può anticipare l’esito di un’istruttoria”.

Anche il Comune di Isola Capo Rizzuto venne in passato sciolto per infiltrazioni mafiose, per la precisione nel 2003. A Cassano allo Jonio,, invece, solo lunedì scorso era stata consegnata al sindaco Gianni Papasso, di c entrosinistra, una villa confiscata nel 2010 ad un presunto boss della ‘ndrangheta, Vincenzo Forastefano. La struttura, nelle intenzioni del sindaco, avrebbe dovuto essere utilizzata per realizzare una residenza per giovani disabili nell'ambito del progetto di legge "Dopo di noi".

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