209 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Cacciari: “Dal Papa nulla di nuovo, la Chiesa non aprirà mai al suicidio assistito”

Abbiamo contattato il filosofo ed ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari per chiedergli se secondo lui nelle parole del Papa sull’accanimento terapeutico ci fosse anche un’apertura sul Biotestamento. Secondo Cacciari il Papa rimane fermo sul “no” al suicidio assistito.
A cura di Annalisa Cangemi
209 CONDIVISIONI
Immagine

"Il Papa ha semplicemente ribadito l'ovvio. Lui è una persona di buon senso e ha capito che il massimo dono che Dio ci ha dato è la libertà. E se uno ritiene che le sofferenze che patisce in vita sono eccessive, quando la vita stessa diventa un'immagine della morte, deve essere ritenuto libero di andarsene. Ma non parlerei di una vera e propria apertura da parte della Chiesa". Secondo il filosofo Massimo Cacciari le parole del Papa sono state travisate. Ieri il Pontefice si è espresso sull'accanimento terapeutico, ma da molti le sue parole sono state interpretate come una dichiarazione a favore della legge sul Biotestamento, che è ferma in Senato. Il Papa ha messo al centro le sofferenze del malato, ma in realtà la posizione della Chiesa non è andata avanti. Ha scritto il Papa in occasione del Meeting Regionale Europeo della World Medical Association: "Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacita". In particolare ha sottolineato la posizione della Chiesa sull'opportunità di ricorrere a cure ormai superflue per chi sta male: "È moralmente lecito rinunciare all'applicazione di mezzi terapeutici, o sospenderli, quando il loro impiego non corrisponde a quel criterio etico e umanistico che verrà in seguito definito "proporzionalità delle cure"". Ma sovrapporre il dibattito sulla legge sul Biotestamento alle parole del Papa non è corretto. Perché il Papa voleva porre l'accento sulle cure che non sono più utili al malato, quelle che prolungano semplicemente il dolore in attesa della morte. E su questo il mondo cattolico converge ormai da anni. Tema del tutto diverso è l'interruzione anticipata della vita. 

Secondo l'ex sindaco di Venezia è stata fatta confusione tra eutanasia e accanimento terapeutico. "Non c'è stata nessuna novità di principio. La Chiesa a volte, in passato, si è impuntata su questi argomenti in modo follemente dogmatico. Il Papa ha voluto semplicemente dare un messaggio per fare chiarezza su una questione etica. Le leggi vengono dopo, una volta che ci si mette d'accordo sui principi. Ma il Papa non può approvare il suicidio in nessuna forma. Neanche i filosofi pagani o i peggiori pessimisti erano d'accordo sulla scelta di suicidarsi, da Plotino a Leopardi passando per Schopenhauer. La Chiesa non aprirà mai al suicidio assistito".

Ma le persone continuano a recarsi all'estero per porre fine alle loro sofferenze, in modo soft. E su questo lo Stato non offre ancora una risposta. È nato per questo un comitato, "#fatepresto", che ha lanciato un appello per velocizzare l'iter della legge sul Biotestamento. Abbiamo chiesto a Cacciari se intende aderire alla campagna: "Io in genere non leggo gli appelli dei comitati. Ma è talmente ovvio cosa penso. È un peccato che questo problema di solito venga affrontato nell'ignoranza totale. Ma l'eutanasia non c'entra niente col suicidio. L'eutanasia è l'insopportabilità della vita che spinge una persona ad andarsene nel modo più leggero possibile, che faccia soffrire meno la stessa persona che muore e tutti quelli che le stanno attorno. Il suicidio violento è un'altra cosa. Spesso quello è un modo anche di pesare e punire chi rimane, quasi sempre ha questo sottofondo psicologico. Se sei buono di cuore, non hai rancore verso gli altri e vuoi andar via perché stai troppo male, allora ricorri all'eutanasia". 

La fine dell'accanimento terapeutico per Cacciari è invece opportuno che sia scelto direttamente dal medico che somministra le cure: "Il malato in quelle condizioni è talmente stremato che spesso non riesce più a decidere. E allora l'accanimento terapeutico è un errore morale, medico. Non ci deve essere, punto e basta. Dovrebbe essere un fatto di procedura, un protocollo a prescindere dalla volontà del malato".

209 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views