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Brignone (Possibile): “Fontana è da Medioevo, parole indegne per un ministro della Repubblica”

Beatrice Brignone si è insediata come segretario di Possibile. Nel primo evento pubblico ha contestato le dichiarazioni del ministro della Famiglia: “Salvini, pur conoscendo bene le sue esternazioni, ha scelto proprio Fontana per guidare quel dicastero, e a prescindere dal fatto che nel contratto di governo non vengano riportate queste idee, è chiaro quale sia il messaggio politico”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Beatrice Brignone si è insediata ieri come segretaria di Possibile, proprio nel giorno delle celebrazioni del 2 giugno, iniziate poche ore dopo il giuramento del nuovo governo M5S-Lega. Il messaggio che è stato lanciato dal partito fondato nel 2015 da Civati non è passato inosservato: all'evento di ieri Roma a intervenire sono state soprattutto le donne, come Elly Schlein, Annalisa Corrado, Ilaria Bonaccorsi, Carolina Morace. "Non è un caso – spiega a Fanpage.it la leader di Possibile – Stiamo provando a invertire una narrazione politica che da troppo tempo ci portiamo dietro: magari si riconosce che ci sono donne preparate e competenti, ma poi nelle posizioni di potere e di indirizzo ci sono sempre gli uomini, lo dicono i numeri. Nel momento in cui dovevo scegliere persone che stimo con cui collaborare su determinati temi, il processo è stato abbastanza naturale. Ho dovuto anzi rinunciare a chiamarne qualcuna, perché il nostro statuto prevede l'equilibrio di genere, e paradossalmente la parte femminile sarebbe stata in maggioranza. Il nostro linguaggio vuole essere meno ‘testosteronico' e muscolare, rispetto ai toni a cui siamo abituati e che vedremo purtroppo peggiorare con il governo Conte. Ma il linguaggio deve essere prima di tutto comprensibile, pregio che la politica ha perso da parecchio tempo".

Possibile ha deciso un percorso diverso rispetto al progetto di LeU, che ha annunciato una settimana fa l'intenzione di trasformarsi in partito.

Per noi non ha senso in questo momento pensare a fare un nuovo partito si sinistra. Siamo dell'idea che l'avvio di una fase congressuale sia un errore per Liberi e Uguali. Sarebbe invece il momento di aprirci, di coordinarci tra di noi per permettere al gruppo parlamentare di organizzare una seria opposizione, con l'appoggio della base. L'unità va bene quando c'è entusiasmo e visione comune. Una visione che, non appena si è intravista all'orizzonte l'ipotesi di un voto anticipato, è subito saltata. La collaborazione, che pure ci deve essere, non deve portarci a scioglierci e liquefarci, ma anzi a potenziarci.

E guardando al Pd, lei cosa ne pensa dell'idea del ‘Fronte Repubblicano'?

‘Fronte Repubblicano' sembra un nome alto ed evocativo, ma è storia vecchia. Non si può semplificare tutto indicando un nemico comune, i leghisti e i cinquestelle in questo caso, ma bisogna avere una proposta politica. Non bisogna rimettere insieme i cocci, me occorre costruire il nuovo, facendo rete. Il progetto di Paese di Calenda evidentemente non è il mio.

L'intervista al ministro Fontana di ieri, che ha negato l'esistenza delle famiglie Arcobaleno, non potrebbe spingere la sinistra a coalizzarsi per perseguire uno scopo comune?

Su certe battaglie possiamo stare dalla stessa parte del Pd, quando appunto esiste una visione comune. Ma questo è diverso dal finire tutti in un calderone indistinto. Io sono molto preoccupata per le dichiarazioni del ministro Fontana, per quelle di ieri sul Corriere e per quelle passate, che dimostrano quale considerazione abbia delle famiglie Arcobaleno. Questa retorica della famiglia tradizionale è chiaramente sorpassata se si guarda la realtà. Fontana poi si è giustificato sostenendo di avere tanti amici gay. Sarebbe bello ogni tanto poter ribaltare il concetto, e ascoltare qualcuno che dica ‘sono gay ma ho tanti amici etero'. Il problema però è un altro: qui non viene riconosciuta la dignità delle persone, e soprattutto dei bambini che provengono da quei nuclei familiari, ai quali viene negata la possibilità di crescere in una dimensione serena e accogliente, perché vengono magari continuamente additati come ‘strani' o ‘anormali'. Siamo nel 2018, ed è assurdo che queste cose si debbano ancora precisare, come fossimo nel Medioevo. Già non eravamo messi bene con le varie lotte pro life e contro l'aborto di queste ultime settimane. Oggi forse può star tranquillo solo un uomo bianco, etero e cattolico. Per tutte le altre categorie possiamo avere più di una ragione per stare in ansia. ‘Essere donna, nera e lesbica significa dover combattere ogni giorno e resistere per sopravvivere' diceva Marielle Franco. Una frase che ho citato ieri nel mio intervento pensando a quelle famiglie e a quelle coppie che hanno dovuto leggere quelle parole indegne da parte di un ministro della Repubblica.

Come siamo arrivati a questo?

A forza di cavalcare la rabbia nei confronti delle minoranze, che siano i gay, gli stranieri o le donne, pian piano la gente ha imparato a sfogare la sua frustrazione sulle persone più fragili, che sono quelle che la sinistra dovrebbe tutelare. Salvini, pur conoscendo bene le sue esternazioni, ha scelto proprio Fontana per guidare quel dicastero, e a prescindere dal fatto che nel contratto di governo non vengano riportate queste idee, è chiaro quale sia il messaggio politico. Io sarò sempre presente in tutti i pride, in tutte le manifestazioni a favore della 194 per il Quarantennale. Possibile ci sarà per vigilare.

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