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Boubacar si getta sui binari e salva un uomo dal suicidio: ha 19 anni ed ospite di uno Sprar

Il ragazzo originario del Gambia è arrivato in Italia nel 2017 ed ospite del centro gestito dal consorzio sociale Agorà ad Arenzano. Qualche giorno stava attendendo il treno per Genova insieme ad un amico, quando ha visto quell’uomo agitarsi sul binario opposto…
A cura di Biagio Chiariello
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“Non ho fatto niente di particolare”, queste le poche parole di Boubacar Manneh, 19 anni, gambiano, ospite di una struttura Sprar gestito dal consorzio sociale Agorà ad Arenzano, nel Genovese, che qualche giorno ha salvato la vita ad un uomo che tentava di gettarsi sotto i binari nel quartiere Prà. La sua storia è raccontata da Repubblica.

Boubacar era insieme ad un amico ad aspettare il treno verso Genova. I due stanno chiacchierando quando il 19enne si accorge di quell’uomo sul binario opposto. Cammina in fretta, sembra agitato. In un attimo, alza le braccia, e si getta sulle traversine. Boubacar non ci pensa un attimo: salta sul binario, afferra l’aspirante suicida con l’amico lo trascina via, prima che il treno arrivi, sottraendolo a morte certa. Qualche istante si sente lo stridere dei freni del convoglio. Poi il silenzio. La capotreno scende e va a complimentarsi con i due ragazzi. Qualcuno chiama il 118, arriva l’ambulanza, poi la pattuglia della Polizia. Nel frattempo Boubacar e il suo amico tornano al centro di accoglienza. La storia inizia a diffondersi ed arriva anche agli operatori del consorzio sociale Agorà che scrivono una lettera di encomio per il loro ospite.

“Siamo di fronte a un caso di meriti civili — spiega Simona Binello, responsabile del settore stranieri di Agorà — proprio come prevede adesso il nuovo decreto Salvini”. C’è da dire che Boubacar, in Italia dal 2017, il permesso di soggiorno lo ha già ottenuto. Quel ‘permesso umanitario’ per persone che vivono oggettive e gravi situazioni personali: sono partite dal loro paese di origine per “seri motivi” di carattere umanitario e che possono essere vittime di situazioni di grave instabilità politica, di episodi di violenza, di mancato rispetto dei diritti umani, di carestie o di disastri ambientali o naturali. “Facciamo appello alla capotreno in servizio in quel momento, ci piacerebbe incontrarla e farle incontrare Boubacar — sottolinea Maura Ferrando, di Agorà — questa è una bella storia, ed è giusto che si venga a sapere”.

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