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Boschi: “Ho detto che avrei lasciato la politica e non l’ho fatto, ma non mi sembra così grave”

Maria Elena Boschi ammette di aver sbagliato a dichiarare che si sarebbe dimessa in caso di vittoria dei no al referendum costituzionale senza poi dare seguito all’annuncio: “Col senno di poi ho sbagliato. Ma l’ho detto perché credevo in quella battaglia. Se c’è ancora qualcuno che a 35 anni fa politica con passione, e magari si lascia scappare una frase per un eccesso di entusiasmo, non mi sembra così grave..!”-
A cura di Charlotte Matteini
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Per l'ex ministro delle Riforme costituzionali, Maria Elena Boschi, il Partito Democratico ha commesso degli errori, ma Renzi da vero leader si è preso le proprie responsabilità e ha rassegnato le dimissioni dando al partito un'occasione per ripartire. In una lunga intervista concessa al Corriere della Sera, Boschi racconta di com'è cambiata la sua vita dopo la nomina di Giuseppe Conte a presidente del Consiglio e l'avvento dell'esecutivo sostenuto da Lega e Movimento 5 Stelle.

Lei ha fatto un percorso abbastanza unico: ministro a 33 anni, sottosegretario a 35, a 37 è tornata ad essere deputata semplice.
«Le mie montagne russe le ho vissute già da ministro. È stata un’esperienza formativa dal punto di vista umano: ho dovuto combattere, appena nominata, i pregiudizi per cui “be’, è arrivata al governo giovane e senza esperienza, faceva comodo avere delle donne in squadra” oppure “è carina, ma non è così brava”».

Crede che invece politicamente le abbiano fatto pagare il fatto di essere donna e, aggiungo, una bella donna? Si è sentita un capro espiatorio?
«Non so se sono stata il capro espiatorio, però il fatto che la vicenda di Banca Etruria abbia colpito indirettamente anche me…».

L’essere donna crede abbia influito?
«Un po’ sì. Credo che quello che ho fatto io, nel bene o nel male, sia stato accettato con più fatica che non se l’avesse fatto un uomo».

Perché?
«Perché nonostante gli enormi passi in avanti non riusciamo ancora ad accettare che le donne, a maggior ragione se giovani, possano avere dei ruoli in cui si gestisce il potere. E io li ho avuti. Non siamo ancora davvero abituati in politica e neanche in altri settori: quante sono le donne direttrici di giornali o che firmano editoriali? Se ce ne fossero di più, non avremmo forse un punto di vista diverso sulle donne in politica?».

Dove ha sbagliato Matteo Renzi?
«Se abbiamo sbagliato, abbiamo sbagliato tutti – io compresa – perché abbiamo condiviso con lui le scelte in Consiglio dei ministri e nel Pd. Renzi, da vero leader, si è assunto ogni responsabilità ma non vuol dire che decidesse tutto da solo. Forse abbiamo voluto affrontare in una sola volta, tutte insieme, troppe riforme. Ma non penso che ci fosse un altro modo per cambiare il Paese dopo 20 anni di scelte rinviate».

In cosa avete sbagliato?
«Sul piano politico non abbiamo capito che il voto sul referendum sarebbe stato un voto politico. E poi non siamo stati capaci di comunicare quello che facevamo in modo efficace, forse. Si accusa il Pd di non essere stato presente nei luoghi della povertà, del disagio, nelle periferie. Francamente siamo stati più noi nelle periferie del M5S, che ne ha appena cancellato i fondi. Abbiamo cercato di dare risposte alle esigenze delle persone più fragili, ma non siamo stati capaci di dire loro in modo convincente: “Non riusciremo a risolvere tutti i problemi, perché non abbiamo la bacchetta magica, però proviamo insieme a superarli, siamo con voi”».

Un punto di forza e un difetto di Matteo Renzi?
«Il coraggio. È il politico più coraggioso che conosco. Il difetto? Si fida troppo degli altri. Pensi a quanti debbono tutto a Renzi e il giorno dopo lo hanno scaricato in modo vergognoso».

Vi si rivolge la stessa critica: aver promesso di ritirarvi in caso di sconfitta e non averlo poi fatto…
«Col senno di poi ho sbagliato. Ma l’ho detto perché credevo in quella battaglia. Se c’è ancora qualcuno che a 35 anni fa politica con passione, e magari si lascia scappare una frase per un eccesso di entusiasmo, non mi sembra così grave..!».

D’accordo, ma gli elettori si sentono presi in giro. Chi deve essere il nuovo segretario?
«Gli elettori hanno votato per Renzi. Due volte alle primarie. Se occupa il posto che occupa è perché prende molti voti. Il nuovo segretario o la nuova segreteria dovrà riuscire a riaccendere un sogno. Io voterò qualcuno che non rinneghi quello che abbiamo realizzato in questi anni».

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