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Bonisoli paragona i migranti a piante esotiche: “Se non si integrano diventano infestanti”

Il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli si è recato a Palazzo Riso a Palermo per la presentazione del progetto di adeguamento del museo. Questa volta, era presente anche il sindaco della città Orlando, che alla visita del Premier Conte invece non si è presentato. Durante l’incontro il ministro ha paragonato i migranti a “piante esotiche” che vanno aiutate ad ambientarsi tramite la cultura.
A cura di Chiara Caraboni
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In Sicilia non abbiamo piante autoctone ma biodiversità che sono qui per scelta. Accoglienza, diversità e arte stanno dentro questa visione”, sono le parole del sindaco di Palermo Leoluca Orlando che hanno ispirato il discorso finale del ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli in visita a Palazzo Riso a Palermo. L’occasione è la presentazione del progetto di adeguamento degli spazi del museo agli standard europei e di riqualificazione urbana dell’area del centro storico tra Piazza Bologna e Piazza Gran Cancelliere. "Mi è piaciuta la metafora. Le piante, però, devono avere il tempo di acclimatarsi, altrimenti diventano infestanti", ha detto in risposta il ministro.

La frase di Orlando, che ha un chiaro riferimento alla delicata questione dell’immigrazione e dell’accoglienza dello straniero, voleva descrivere la tradizione e la storia siciliana, caratterizzata da un'identità "che per noi non dipende dal sangue del padre e della madre". La visione di Orlando è quella di far diventare Palermo capitale mediterranea della cultura, sottolineando anche l'importanza del dialogo culturale. Ma il ministro Bonisoli ha replicato: "In Italia il tempo di acclimatarsi non è stato sufficiente. La cultura è una delle armi che abbiamo a disposizione per rendere la comunità più capace di dialogare e di abbattere quelle barriere di prevenzione che portano alla paura. Se questi sentimenti ci sono probabilmente alcune cose sono accadute troppo in fretta e con troppa poca attenzione da chi doveva governare certi flussi e questo penso che non debba accadere più. Altrimenti le piante diventano infestanti". Secondo il ministro dei Beni Culturali, inoltre, è necessario continuare il dialogo con l’Europa in modo da presentare chiaramente le esigenze italiane, perché, ha ribadito, “fino a oggi non è stata abbastanza capace di comprendere la nostra situazione”. Come ha spiegato Bonisoli, nella diversità c'è ricchezza, non paura, e da questa si può ottenere un altro risultato: la crescita del tessuto sociale e della qualità della vita."C'è una concreta opportunità di farcela e la cultura è uno degli elementi che può aiutare questo processo", ha detto. Oltre a questo, però, il ministro ha parlato anche più in generale dei progetti del suo ministero e ha spiegato che il governo vuole investire per agevolare la creazione di posti di lavoro anche nell'ambito culturale. "Palermo può essere uno dei luoghi in Italia su cui fare sperimentazione e a cui dedicare una particolare attenzione", ha infatti affermato Bonisoli.

All'appuntamento, come già detto, era presente anche il Primo cittadino di Palermo Orlando e la sua presenza è stata colta dal ministro Bonisoli per ricordare (e in qualche modo rimproverare) l'assenza del primo cittadino alla visita del Premier Giuseppe Conte a Brancaccio per l'inaugurazione dell'anno scolastico all'Istituto Padre Pino Puglisi. In quell'occasione, infatti, Orlando non si è volutamente presentato in segno di protesta, per la decisione del governo di far saltare i fondi destinati alle periferie nel Milleproroghe, in particolare proprio a Brancaccio. La battuta del ministro Bonisoli, quindi, quando ha visto il sindaco Orlando è stata spontanea: "Sindaco come va? Tutto bene? Questa è già una notizia" ha detto sorridendo ai giornalisti.

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