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Bombe a Boston, Usa chiedono la pena di morte per l’attentatore

Gli Stati Uniti chiedono la pena di morte per uno degli attentatori della maratona di Boston, Dzhokhar Tsarnaev. È accusato, insieme al fratello maggiore, di aver fatto esplodere due ordigni il 15 aprile scorso.
A cura di Susanna Picone
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Dzhokhar Tsarnaev, l’unico dei due attentatori ceceni della maratona ancora vivo, ha ripreso conoscenza e ha iniziato a fornire delle risposte agli investigatori. Ed è stato incriminato per uso di armi di distruzione di massa, accusa che prevede anche la pena capitale.

Il segretario alla Giustizia Eric Holder ha deciso di autorizzare la richiesta della pena di morte per Dzhokhar Tsarnaev, il 20enne accusato di aver architettato insieme al fratello maggiore l'attentato alla maratona di Boston. Era lo scorso 15 aprile quando i due fratelli hanno fatto esplodere due bombe artigianali all'arrivo della gara di corsa. Uccisero tre persone, circa 260 rimasero invece ferite. Tamerlan, il fratello maggiore, dopo l’attentato di Boston morì in uno scontro con la polizia mentre il fratello minore fu catturato dopo una lunga caccia all’uomo. La difesa cercherà di dimostrare che l’imputato ha agito sotto l’influenza del fratello rimasto ucciso.

La decisione delle autorità era attesa – Ad annunciare la decisione su Tsarnaev l’ufficio del procuratore del Massachusetts. Holder ha dichiarato che “dopo aver esaminato i fatti rilevanti, le norme applicabili e le obiezioni presentate, gli Stati Uniti chiederanno la pena di morte in caso di condanna”. Si tratta di una decisione che era attesa: la scorsa settimana Holder aveva ripetuto la sua personale contrarietà alla pena capitale, ma questo non gli ha impedito di proporla.

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