Bombardare gli scafisti: il nuovo piano della Libia per fermare il traffico di migranti
Fayez Al-Sarraj , il premier libico riconosciuto dall'Onu, ha deciso di adottare misure più dure contro gli scafisti che trasportano migranti. Il primo ministro ha chiesto infatti il permesso di utilizzare lo spazio aereo per bombardare i barconi e combattere il traffico di prodotti petroliferi. La notizia arriva da una comunicazione inviata al Capo di Stato Maggiore delle forze aeree dall'Ufficio del Comando supremo dell'esercito libico. Sarraj, infatti, oltre a ricoprire la carica di premier è anche Comandante in capo delle milizie che compongono l'esercito libico, in contrapposizione all'esercito del generale Khalifa Haftar. Non si sa ancora se si tratti di un annuncio propagandistico, o di un effettivo intento di utilizzare lo spazio aereo per contrastare la tratta di migranti, e dare il proprio contributo per risolvere l'impasse in cui è precipitata l'Italia e l'Ue nel Mediterraneo. Quel che è certo è che se i cacciabombardieri dovessero cercare di affondare i gommoni il rischio che si verifichi una carneficina in mare è alto. Le armi a disposizione delle milizie di Misurata, nucleo principale dell'esercito tripolino, sono alcuni Mig-23, usati nella battaglia di Sirte contro l’Isis, che però non sono dotati di bombe di precisione a guida laser.
Nel frattempo il ministro degli interni Minniti, dopo i vertici di Varsavia e Tallin, si trova oggi a Tripoli, per incontrare il premier Sarraj e 13 sindaci libici del Sud, per convincerli a cooperare per impedire nuove partenze illegali, controllando le frontiere meridionali della Libia. Il contenimento dei flussi dovrebbe essere assicurato avviando "Un percorso alternativo al traffico di essere umani, uno dei principali canali economici di cui la Libia vive", come ha spiegato Minniti in un'informativa alla Camera una settimana fa, per spiegare le motivazioni della sua trasferta.
Per Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo è auspicabile una collaborazione diretta con le forze armate libiche per bloccare le partenze direttamente nei porti libici: "Dobbiamo assolutamente bloccarle utilizzando tutti gli strumenti che abbiamo. Attraverso i satelliti si vede esattamente quali barche stanno caricando le persone e, con l’impegno della Guardia Costiera Libica, si può bloccare la partenza degli immigrati".