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Bolzano, l’allarme dell’ISS: centinaia di bimbi di lingua tedesca a scuola senza vaccino

Il presidente dellʼIstituto Superiore di Sanità bacchetta le autorità locali. Lʼassessore provinciale alla Salute: “Difficile persuadere i no-vax più convinti. Tutto per loro è bio, rifiutano screening in generale, colonscopia, mammografia, visita ginecologica”.
A cura di Biagio Chiariello
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"Varie centinaia di bambini sono state ammesse a frequentare nidi e scuole materne nella Provincia autonoma di Bolzano nonostante non abbiano le vaccinazioni obbligatorie previste dalla nuova legge e nonostante le norme in materia siano molto chiare". L’allarme è lanciato dal presidente dell'Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi, che richiama amministratori e istituzioni locali a un "atto di responsabilità". Fino a 1.1000bambini della materna sarebbero stati ammessi nelle scuole della provincia senza aver presentato le certificazioni o le autodichiarazioni previste dalla legge che ha reso obbligatorie 10 profilassi. Così, mentre nel resto del Paese "la situazione è migliorata in quasi tutte le regioni, dove si è recuperato in termini di coperture vaccinali nell'arco di due mesi, oltre le aspettative", preoccupa la resistenza di molti genitori altoatesini, afferma Riccardi. I dati sono "allarmanti soprattutto per la popolazione di bambini di lingua tedesca: in centinaia sono stati ammessi agli asili senza che abbiano effettuato i vaccini obbligatori", mentre quelli di lingua italiana sarebbero solo una decina. Per il Presidente dell'Iss quel che è peggio è che a Bolzano "si intravede anche una sorta di acquiescenza da parte delle autorità locali. Va infatti ricordato che la legge sull'obbligo vaccinale relativo a dieci vaccinazioni per l'iscrizione a scuola è una legge del Paese, e va dunque rispettata ovunque".

Il popolo dei no-vax di Bolzano – Alto Adige

Il ministero della Salute sta ultimando la raccolta dei dati sugli effetti del decreto vaccini che oggi compie un mese di applicazione. Poche Regioni hanno inviato i primi numeri. La tendenza nazionale è di un netto rialzo delle percentuali tranne, appunto, a Bolzano, soprattutto nelle zone rurali e di montagna (Val Pusteria, Val Venosta). Lo stesso dicasi in Alto Adige, dove la resistenza è tale che quest'estate 130 famiglie si sono dette pronte a chiedere asilo sanitario in Austria pur di non far sottoporre i figli alle vaccinazioni. “Si intravede una sorta di acquiescienza da parte delle autorità locali. La legge è del Paese e va rispettata ovunque” spiega ancora Ricciardi. E anche l'assessore alla Salute della provincia autonoma, Martha Stocker, che è presidente dell'Ordine dei medici di Bolzano, spiega al Corriere della Sera come sia difficile convincere i no-vax più estremi: "Le iniziative di sensibilizzazione a favore della prevenzione sono andate deserte" e "i medici di famiglia trovano molta resistenza da parte degli adulti". Ciononostante, in città l'opera di persuasione "può avere successo", ma chi vive nelle comunità montane e rurali "si sente vicino alla natura. Tutto per loro è bio. Rifiutano gli screening in generale, colonscopia, mammografia, visita ginecologica. Il livello culturale è una variante importante. Confido nel recupero di parte degli ostili".

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