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Bolzano, animali selvatici abbattuti: all’ex presidente della Provincia multa di 500mila euro

Luis Durnwalder è stato condannato dai giudici a sborsare oltre 500mila euro di risarcimento danni allo stato per un “palese abuso dello strumento straordinario” dei decreti di abbattimento. Per i giudici contabili vi è stato un danno economico allo Stato a cui appartiene il patrimonio della fauna selvatica.
A cura di Antonio Palma
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Avrebbe emanato decine di decreti di abbattimento di animali selvatici senza che vi fossero i presupposti, provocando così un consistete danno economico allo Stato a cui appartiene il patrimonio della fauna selvatica. Con queste motivazioni l'ex presidente dalla Provincia autonoma di Bolzano, Luis Durnwalder, è stato condannato dai giudici a sborsare oltre 500mila euro di risarcimento danni allo stato italiano e alla provincia alto atesina. La Corte dei Conti d’Appello infatti ha ribaltato la sentenza di primo grado del 2016 che aveva assolto Durnwalder, stabilendo che "l’abbattimento degli animali veniva sistematicamente disposto senza che ne ricorressero i presupposti" e che ci fu un "palese abuso dello strumento straordinario dei prelievi… surrettiziamente adoperato in sprezzante violazione dei limiti di legge".

Per i giudici Durnwald, in qualità di assessore alle Foreste, ha una "colpa grave" al pari del dirigente dell’Ufficio caccia e pesca che rilasciava i pareri sui decreti contestati e che è stato condannato a sua volta a pagare la stessa cifra. I giudici hanno contato gli animali abbattuti in 2.655 tra volpi, merli, cornacchie, cormorani, tassi, marmotte, faine e stambecchi, e calcolato il danno provocato allo Stato dai quasi cento decreti in 4 anni in un milione 136 mila e 250 euro da dividere tra i due condannati.

Durnwalder, alla guida della Provincia di Bolzano per quindici anni dal 1989 al 2014, ha parlato di "sentenza politica, ingiusta e inaccettabile", assicurando che ricorrerà "in Cassazione, ed eventualmente alla Corte europea dei diritti dell’uomo". "La caccia è di competenza della Provincia, questo vuol dire che dobbiamo avere il diritto di stabilire quando un animale crea danni alle colture agrarie o ai boschi. Noi abbiamo autorizzato l’abbattimento di cervi che facevano danni, di tassi che causavano problemi alle aziende agricole, di marmotte che se non intervenivamo avrebbero distrutto le malghe. In questo caso avremmo dovuto pagare noi i danni a contadini e allevatori, con i soldi pubblici" ha spiegato il 76enne. Soddisfazione invece è stata espressa sia dalla Lav (Lega anti vivisezione) che dalla Lac (Lega per l’abolizione della caccia), associazioni che si sono costituite in giudizio. "Auspichiamo che questa storica condanna rappresenti un preciso monito agli attuali amministratori a non approvare le proposte di legge per l’uccisione di lupi e orsi, specie protette a livello nazionale ed europeo" hanno commentato.

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