Bologna, merendine vietate a ricreazione. Per gli studenti solo frutta o verdura
Le merendine bandite dalla ricreazione, via libera invece a frutta secca, fresca e verdure cotte o crude. E' la decisione, piuttosto clamorosa, assunta a Bologna dalle scuole materne-elementari Manzolini, elementari XXI Aprile, Bombicci e Armandi Avogli, e alla media Guinizelli, tutte nel quartiere Saragozza, dove il dirigente scolastico ha ufficialmente vietato il consumo, da parte degli studenti, di merendine confezionate, pizze e panini farciti, mentre per quanto concerne cracker e yogurt il giudizio è ancora sospeso. Il nuovo regolamento è stato emanato dal Consiglio di istituto del'istituito comprensivi, dopo un lavoro durato un anno che ha preso in esame le esigenze di 1.500 bambini, facendo però scattare immediatamente una polemica aspra tra non pochi genitori. "Decisione alquanto discutibile – accusa un genitore, citato dal Resto del Carlino –. Immaginate i disagi per bambini e genitori e le lamentele che si sono verificate. Purtroppo il preside sembra irremovibile", mentre il preside sembra essere inamovibile.
L'idea è stata presentata per la prima volta oltre un anno fa, quando il Comune propose una sperimentazione alla Armandi Avogli: sostituire il latte di metà mattina con frutta o verdura. La delibera che obbliga le famiglie a mettere nello zaino dei bambini, per la merenda del mattino, solo frutta o verdura è stata votata dal consiglio di istituto: 13 a favore, un astenuto. La discussione si è accesa non appena l'imposizione è stata comunicata ai genitori. "Io comunque darò una pizzetta a mio figlio", ha detto qualcuno.
"I motivi – spiega il preside dell'istituto comprensivo Stefano Mari – sono di salute pubblica in generale: aumentare il consumo di frutta e verdura. Poi con la frutta e la verdura per merenda c'è una riduzione dell'apporto calorico per i bambini a rischio di obesità. L'idea è quella di far portare un alimento che va bene a tutti: a scuola si devono socializzare esperienze con risvolti egualitari". L'obiettivo però è anche quello di ridurre gli scarti alimentari.