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Bologna, incinta dopo la crioconservazione ovarica: è la prima volta che accade in Italia

Per la prima volta in Italia si è registrata una gravidanza spontanea in una paziente guarita da tumore che, prima di sottoporsi alla chemio e radioterapia, aveva scelto l’espianto e la crioconservazione di parte del tessuto ovarico.
A cura di Susanna Picone
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Per la prima volta in Italia si è registrata una gravidanza spontanea in una paziente che è guarita da un tumore e che, prima di sottoporsi alla chemio e radioterapia, aveva scelto l'espianto e la crioconservazione di parte del tessuto ovarico. Finite le cure e guarita completamente, il tessuto ovarico è stato scongelato e reimpiantato nella paziente. E la donna è rimasta incinta spontaneamente, senza aver bisogno di ricorrere alla fecondazione assistita. Si tratta appunto di un risultato che nel nostro Paese non si era mai registrato. Un risultato reso possibile grazie all’attività del Laboratorio di Crioconservazione di tessuto ovarico e colture cellulari dell’Unità operativa di Ginecologia e Fisiopatologia della riproduzione umana del Policlinico Sant'Orsola di Bologna, il più importante sulla penisola per l’ampia casistica.

Cos’è la crioconservazione di tessuto ovarico – Come si legge sul sito del Policlinico, la crioconservazione di tessuto ovarico offre importanti prospettive per preservare la funzione ovarica e la funzione riproduttiva di donne affette da patologie oncologiche che devono sottoporsi a chemioterapia e/o radioterapia. Il tessuto ovarico, di una o di entrambe le ovaia, viene prelevato mediante biopsia, per via laparoscopica, prima dell'inizio delle terapie e viene crioconservato in azoto liquido. Alla remissione della malattia, il tessuto ovarico viene scongelato e può essere reimpiantato nella paziente, sull’ovaio, dove è stato effettuato il prelievo, permettendo il ripristino della funzione ormonale/riproduttiva, la ripresa del ciclo mestruale e il concepimento naturale; oppure può essere reimpiantato in siti molto vascolarizzati, come il sottocute dell'addome, permettendo il ripristino della funzione ormonale ovarica. Entrambe le modalità consentono l'induzione della pubertà nelle bambine.

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