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Bologna, 3 infermieri licenziati perché dormivano: “Non è vero, guardavamo le notizie”

Per lunghi minuti nessuno ha risposto alle chiamate dei pazienti tanto che alcuni hanno chiamato il centralino dell’ospedale. I tre si difendono: “Non abbiamo sentito le chiamate, guardavamo le notizie”. “L’Asl ribatte: “È revista una sorveglianza attiva, per vedere come stanno i degenti, e non solo a chiamata”.
A cura di Antonio Palma
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Immagine di repertorio
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Pazienti allettati e impossibilitati a muoversi che suonavano insistentemente il campanello ma nessuno che accorreva tanto da essere costretti a chiamare il centralino dell'ospedale con il telefono per avere assistenza. È questo l'episodio scatenante che ha portato la direzione dell'ospedale Maggiore di Bologna  a licenziare in tronco due infermieri e un operatore socio sanitario dell’Ausl di Bologna, due uomini e una donna, in servizio in uno dei reparti di Medicina del nosocomio con l'accusa di dormire durante l'orario di lavoro. I fatti risalgono ala notte tra il 14 e il 15 gennaio scorso quando alcuni pazienti hanno suonato i campanelli interni delle stanze di degenza per avere assistenza. Per diversi minuti però nessuno si è mosso dalla stanza degli infermieri tanto da spingere qualcuno a chiare il centralino.

Quando altri operatori andarono a controllare allarmati da quella chiamata, scoprirono che i tre operatori sanitari, tutti fra i 30 e i 40, erano presenti ma sdraiati nella loro stanzetta. È scattata così la segnalazione che ha messo in moto l'inchiesta interna e dopo cinque mesi di indagini è scattata ora la sanzione più pesante per i diretti interessati: il licenziamento. I tre ammettono di non essere intervenuti ma negano di essersi addormentati. Hanno spiegato che in quel momento, alle tre di notte, avevano già somministrato tutte le terapie e preparato quanto serviva per la mattinata e quindi si stavano solo rilassando. Hanno spiegato di non aver sentito i campanelli suonati perché difettosi e perché distratti da alcune notizie su un terremoto che stavano leggendo sui loro cellulari. I tre per questo sono pronti a fare ricorso e a rivolgersi al tribunale.

"Tutte le testimonianze sono coerenti e la commissione dell’ufficio procedimenti disciplinari, dopo una serie di audizioni, secondo le procedure previste dal contratto per i dipendenti dell’Azienda, è arrivata alla decisione dei licenziamenti" ha replicato Chiara Gibertoni, direttore generale dell’Ausl  bolognese, concludendo: "È un episodio gravissimo, quando sono arrivati in reparto gli operatori del Pronto soccorso si sono trovati di fronte a molti pazienti che chiamavano. E poi è prevista una sorveglianza attiva, per vedere come stanno i degenti, e non solo a chiamata".

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