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Bolivia, necrofilia in obitorio: infermiere abusa sessualmente di una donna appena morta

Lo sconvolgente episodio all’Hospital de Clinicas di La Paz, capitale dello Stato sudamericano. Ad accorgersi della profanazione di cadavere è stato proprio il vedovo della donna scomparsa. Il necrofilo si è giustificato così: “Era tutto come in un sogno, non so cosa mi è successo”
A cura di B. C.
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il necrofilo arrestato
il necrofilo arrestato

Non credeva ai propri occhi nell’assistere a quella scena raccapricciante: sua moglie era morta da appena un’ora, quando il vedovo, entrando in camera mortuaria, si è ritrovato davanti un infermiere con i pantaloni abbassati che stava abusando sessualmente del cadavere della defunta, di appena 28 anni. Lo sconvolgente episodio è avvenuto all’Hospital de Clinicas di La Paz, capitale della Bolivia. Secondo quanto trapelato, il nome del necrofilo è Grover Macuchapi, 27enne. In un primo momento, il vedovo sarebbe rimasto frastornato, visto anche lo sconvolgimento della perdita dell’amato. Poi però ha capito cosa stava realmente accadendo, così si è avventato sull’infermiere colpendolo alle spalle. L’uomo è stato arrestato per atti osceni e profanazione di cadavere. Le immagini dell’uomo in manette hanno già fatto il giro del mondo. Il capo della polizia Douglas Uzquiano, ha spiegato che il necrofilo avrebbe tentato di giustificare l’orrendo gesto, spiegando di essere caduto come in trance: “È successo qualcosa. Era tutto come in un sogno: l’unica cosa che ricordo è di aver ricevuto un colpo alle spalle”.

Una vicenda simile era avvenuta qualche mese in Argentina, quando la polizia arrestò un 22enne che era entrato nell'obitorio dell'ospedale San Vicente del Paul ed era stato sorpreso mentre abusava sessualmente del cadavere di un donna di 41 anni. L’uomo era stato poi arrestato, senza opporre alcuna resistenza. La necrofilia è una perversione sessuale estrema. Considerata eticamente inaccettabile, c’è però qualcuno che è arrivato a definirla una cosa normale. Sabri Abdul Rauf, docente di Giurisprudenza comparata dell’Università ‘al Azhar’ del Cairo, che qualche mese ha lasciato interdetto il pubblico che assisteva ad una trasmissione tv nella quale era ospite affermando che “fare sesso con la propria moglie morta è qualcosa di assolutamente lecito”. Più precisamente ha usato il termine “halal”, per definire una sorta di usanza chiamata in gergo “coito d’addio” che, a suo dire, non andrebbe equiparata ad una profanazione di cadavere.

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