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Laura Boldrini: “Viviamo in un periodo in cui le donne sono discriminate e in pericolo”

L’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, esprime in un’intervista a Fanpage.it la sua preoccupazione dopo la sentenza sull’uccisione di Olga Matei e il dimezzamento della pena per l’uomo che l’ha ucciso in quanto in preda a una “tempesta emotiva”: “Dal punto di vista culturale penso sia preoccupante, penso che le donne di fronte a questo si debbano sentire discriminate e in pericolo”. Per Boldrini siamo di fronte a una “regressione culturale” e chiede al governo di ritirare il patrocinio al Congresso internazionale delle famiglie.
A cura di Stefano Rizzuti
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Da una parte c’è la sentenza sul caso di Olga Matei, con il dimezzamento della pena per l’uomo che l’ha strangolata e uccisa, perché in preda a una “tempesta emotiva e passionale”. Dall’altra c’è il governo che, attraverso il ministro Lorenzo Fontana, patrocina il Congresso internazionale delle famiglie. Due episodi degli ultimissimi giorni che preoccupano l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, che esprime tutti i suoi timori in un’intervista a Fanpage.it, a partire proprio dalla sentenza sul caso di Olga Matei: “Dal punto di vista culturale penso che sia una sentenza assai preoccupante, penso che le donne di fronte a questo si debbano sentire discriminate e in pericolo”. Per questo Boldrini elenca una serie di fatti che dimostrano quanto “le donne siano discriminate e in pericolo”, denotando “una evidente regressione culturale”. Boldrini si appella inoltre al governo, chiedendo di ritirare il patrocinio al Congresso internazionale delle famiglie.

Come commenta la sentenza sul caso di Olga Matei e la pena dimezzata per l’attenuante della “tempesta emotiva”?

Le sentenze si rispettano, non entro nel merito, ma la inquadro culturalmente. Penso che le donne di fronte a questa sentenza si debbano sentire discriminate e in pericolo. Si mettono in pericolo, infatti, le donne con una sentenza che occhieggia al diritto d’onore, che dal 1981 abbiamo cancellato dal nostro ordinamento. È anche discriminatorio e pericoloso per le donne, inoltre, riconsiderare l’utilità della legge 194, sull’interruzione della gravidanza. Rimettere in discussione questo principio vuol dire rimettere in pericolo le donne.

Ci sono altri segnali che la preoccupano in questo senso?

Leggere sui testi scolastici che le bambine da grandi dovranno stirare e cucinare, mentre i papà avranno una carriera. È anche discriminatorio e pericoloso che nella legge di Bilancio si preveda di dare un pezzo di terra a chi fa il terzo figlio: alle donne serve offrire un lavoro, una carriera, non un pezzo di terra. È discriminatorio e pericoloso il fatto che in Parlamento ci sia un disegno di legge per il quale non c’è più l’assegno di mantenimento per bambine e bambini, ma ogni genitore pagherà quando lo avrà con sé. In un Paese in cui solo 49% di donne lavora, le donne non potranno mai avere il figlio con sé. È discriminatorio e pericoloso per le donne che il governo abbia dato il patrocinio al World congress of families, un’associazione contraria ai diritti civili e delle donne. Quando si vogliono riportare indietro le lancette dell’orologio, le prime a pagare sono le donne.

Lei parlava del Congresso internazionale delle famiglie…

Spero che il governo voglia togliere il patrocinio al Congresso internazionale delle famiglie, trovo inaccettabile dare il patrocinio a un’associazione che propone una società in cui le donne non lavorano, che definisce il lavoro delle donne come il degrado della società, non riconosce i diritti degli omosessuali: come può un governo di un Paese democratico concederlo? Mi aspetto un ripensamento su questo patrocinio. La presidenza del Consiglio non se ne può tirare fuori, c’è il logo di Palazzo Chigi. E cosa fa il presidente Conte?

Crede sia un problema di tutto il governo o di singoli esponenti?

Non è tutto il governo, perché ho visto che il M5s con Buffagni ha fatto una presa di distanza molto chiara. Quindi il governo ancora una volta si trova diviso, da una parte i Cinque Stelle e dell’altra la Lega. Bisogna capire ancora una volta come la risolveranno. Non si può però neanche aspettare che ci sia una prova di forza, mi sembra chiaro che se ci sarà vincerà di nuovo la Lega. Per me oggi il punto, più che la polemica, è che le donne sono vittime di discriminazioni e in pericolo. Il problema è culturale, non solo bisogna ritirare il patrocinio ma anche lavorare sulla consapevolezze delle donne, anche nelle scuole, bisogna educare i bambini e le bambine.

Lei proporrà qualche iniziativa in Parlamento su questi temi?

Sul Congresso delle famiglie, io e Fratoianni depositeremo un’interrogazione sulla concessione del patrocinio. Per il resto ci sono state anche nella scorsa legislatura proposte di legge sull’educazione sentimentale, purtroppo non sono andate a termine, ma è un passaggio fondamentale, bisogna iniziare dalle scuole, lavorare a livello culturale, perché ci sia una evoluzione del costume. Bisogna riuscire a cambiare la mentalità, per questo è importante che le donne abbiano una posizione sociale. Quello che ho elencato ci riporta indietro, riporta le donne a una posizione di svantaggio e discriminazione. Viviamo il tempo della discriminazione delle donne, che hanno meno sicurezza e tutele degli uomini. Bisognerebbe cercare di rimettere in piedi una risposta che ricominci dai giovani, dalle scuole, perché senza di questo si rischia di deragliare verso il passato.

Cosa pensa della manifestazione di Milano di ieri?

È stata una giornata piena di entusiasmo, dimostra che c’è un’Italia che non ha paura ed è proiettata al futuro. È importante questo riscontro, abbiamo un Paese che conta sul cambiamento e non va nelle direzione contraria a quella del rispetto dei diritti. Un governo che sa interloquire e leggere la società dovrebbe prendere atto di quella piazza, ma so che questo governo non lo farà.

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