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Bloccati in una grotta durante un’escursione: scomparsi due sub italiani a Santo Domingo

Carlo Basso, esperto sub di origine mestrina, e il suo amico Carlo Barbieri, imprenditore edile di origine ligure, sono scomparsi sabato scorso mentre facevano un’immersione nel lago di El Dudù, in Repubblica Dominicana. Si sono addentrati in un’area proibita, finendo in un tunnel profondo circa 100 metri. Continuano le ricerche ma per i media ci sarebbero poche speranze di trovarli ancora vivi.
A cura di Ida Artiaco
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Quella che doveva una vacanza tra amici si è trasformata in tragedia. Sono dispersi dallo scorso sabato 9 febbraio Carlo Basso e Carlo Barbieri, due sub italiani, che hanno fatto perdere le perdere le loro tracce mentre facevano un'immersione nel lago El Dudù, nella provincia di Maria Trinidad Sanchez in Repubblica Domenicana, area protetta suggestiva ma molto pericolosa. I due sarebbero rimasti bloccati in un corridoio sotterraneo, per una lunghezza complessiva di 700 metri, che può arrivare fino a 100 metri di profondità. Stando a quanto riferito dal Consolato italiano a Santo Domingo e da alcuni siti locali, le ricerche sono state infatti interrotte fino a mercoledì mattina per permettere all’acqua di riacquistare la trasparenza ma al momento sono davvero poche le speranze di trovarli ancora vivi.

Carlo Basso, 44enne originario di Mestre, viveva in Liguria da una decina di anni, lavorando come istruttore subacqueo. Aveva anche un'attività con corsi e attività diving, dunque era un sub esperto e non un principiante. Era questa la prima vacanza che si concedeva dopo tanto tempo e aveva deciso di recarsi a Santo Domingo, dove aveva trovato il suo amico Carlo Barbieri, imprenditore edile di origine ligure ma emigrato a Las Terrenas da diversi anni. Era arrivato a inizio febbraio e insieme volevano realizzare il sogno di immergersi nell'unico posto al mondo in cui gli speleologi possano passare da un lago naturale a un altro in profondità. Forse si sentivano troppi sicuri e si sono addentrati in un’area proibita nonostante i grandi segnali di divieti, dalla quale è stato impossibile tornare indietro. "Mio fratello era un bravo istruttore, ma non conosceva la zona, forse è stato un azzardo immergersi in quel lago, almeno da quello che ci raccontano le autorità del posto", ha detto don Giacomo, il fratello missionario di Carlo che si trova in Kenia.

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