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Blitz notturno nel mattatoio a Torino, animalisti incatenati nel “corridoio della morte”

Un nutrito gruppo di animalisti, con un blitz notturno, è entrato nell’edificio incatenandosi poi nel cosiddetto “corridoio della morte”, cioè dove passano gli animali da uccidere, bloccando di fatto l’uccisione degli animali: “Gli animali vogliono vivere, non essere uccisi in condizioni migliori”. Portati via a forza dalla polizia, per 97 di loro è scattata anche la denuncia.
A cura di Antonio Palma
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Tensione nella mattinata di lunedì nel mattatoio di via Traves a Torino. Un nutrito gruppo di animalisti, con un blitz notturno, è entrato nell'edificio e ha dato vita a una lunga protesta contro l'uccisione degli animali, bloccando di fatto il lavoro della struttura. Gli animalisti, un centinaio di persone circa, sono entrati in azione durante la notte tra domenica e lunedì, intorno alle 2, quando, approfittando della scarsa vigilanza, sono riusciti a entrare, incatenandosi poi nel cosiddetto "corridoio della morte", cioè dove passano gli animali da uccidere. Un'azione coordinata con lo scopo di impedire che il bestiame venisse incanalato verso la macellazione.

Il blitz è opera  del gruppo 269 Libération Animale che da anni è protagonista di operazioni analoghe  con occupazioni di sedi e azioni contro i grandi gruppi dell’agroalimentare. Dopo la segnalazione degli addetti del mattatoio, sul posto sono intervenuti in forze sia carabinieri che polizia, anche con gli uomini della Digos, oltre ai vigili del fuoco e, a scopo precauzionale, a un'ambulanza del 118. Così i gruppo animalista ha spiegato il blitz: "Noi attivisti antispecisti venuti da tutta Europa blocchiamo il macello di Torino dalle 2 di mattina. Siamo incatenati lungo il ‘corridoio della morte' in cui gli animali vengono spinti prima di essere uccisi. Il nostro obiettivo: impediamo, con i nostri corpi come ‘arma', il massacro degli animali e facciamo co-resistenza con loro. Gli animali vogliono vivere, non essere uccisi in condizioni migliori. Non è una semplice azione militante, ma un forte gesto politico, una vasta operazione di disobbedienza civile che coinvolge 100 attivisti e attiviste, un'azione diretta offensiva e collettiva, che mira direttamente all'industria specista e che mostra la determinazione del nostro movimento ad ottenere il nostro scopo".

Gli attivisti infine sono stati portati via a forza dalla polizia e per 97 di loro è scattata anche la denuncia per i reati di invasione di terreni e edifici e violenza privata: si tratta di 21 italiani, 58 francesi, 12 belgi, 5 svizzeri e un cittadino bulgaro, tutti identificati dagli uomini della Digos. Per tre di loro è scattata anche la denuncia per resistenza a pubblico ufficiale.

 

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