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Biotestamento: Patrizia, malata di Sla, fa staccare le macchine che la tengono in vita

La 49enne, colpita dalla Sla, respirava solo attraverso un macchinario, ha deciso di far staccare la macchina dando il via libera ai medici.
A cura di Antonio Palma
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La Sla (la sclerosi laterale amiotrofica) l'aveva colpita bel 2012 da allora per lei era iniziato un incubo senza fine: aveva visto il suo corpo indebolirsi ogni giorno  sempre di più fino a sfuggire completamente al suo controllo e a costringerla per sempre in un letto d'ospedale. Dopo cinque anni di calvario, però, ha deciso di dire basta al suo dolore e a questa non vita dando il via libera ai medici affinché staccassero tutte le macchine che la tenevano in vita da tanto tempo. Così se n'è andata per sempre Patrizia Cocco, 49enne di Nuoro, scomparsa nei giorni scorsi dopo aver combattuto a lungo con la terribile malattia che poco per volta le aveva toto ogni possibilità di muovere i muscoli, compresi quelli respiratori.

Una decisione difficilissima ma possibile grazie alla legge sul biotestamento approvata nel dicembre scorso dopo anni di battaglie politiche ed entrata in vigore col nuovo anno. Una scelta autonoma e consapevole a cui Patrizia teneva molto e che dopo l'approvazione della legge ha voluto subito esercitare. Come racconta il Corriere  della Sera,  a causa della gravità della sua situazione alla 49enne è bastato rinunciare alla ventilazione meccanica che la faceva respirare. Patrizia ha ribadito i quattro “Sì” previsti dalla legge ai medici che hanno accettato la sua decisione in base alle nuove norme e hanno staccato la macchina. Alla donna è stata praticata la sedazione profonda per poi essere estubata. La notizia, il primo di caso di di cui si è venuti a conoscenza dall'entrata in vigore della nuova legge, è stata resa pubblica dopo l'ultimo saluto alla donna, avvenuto domenica nella chiesa di san Domenico Savio, nella sua città.

Come raccontano i familiari, Patrizia, ex titolare di un'agenzia di viaggi, aveva cercato di combattere con tutte le sue forze contro la malattia cercando anche di entrare in un progetto sperimentale di cura la Niguarda di Milano. Con l'aggravarsi del sue condizioni e con la perdita di ogni movimento, però, si era rivolta anche al giudice tutelare di Nuoro ma l'approvazione della nuova normativa da parte del Parlamento ha anticipato la sentenza. "E' stata una scelta di Patrizia molto lucida e coraggiosa" ha spiegato l'avvocato e cugino della donna, Sebastian Cocco, aggiungendo: "La nuova legge le ha permesso di fare la sua scelta. una legge, che tutela il diritto alla salute, alla dignità e all'autodeterminazione, che Patrizia Cocco  aspettava da anni, da quando sentiva di essere imprigionata nella malattia dentro la quale sopravviveva a una vita che lei in quelle condizioni non voleva più vivere".

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