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Biotestamento: padre potrà “interpretare” le volontà della figlia in coma

Il padre ultraottantenne di una donna ricoverata all’ospedale di Modena potrà assumere della malata decisioni sulle cure e sulle condizioni patrimoniali.
A cura di Davide Falcioni
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Un uomo di più 80 anni, padre di una donna ricoverata in coma da mesi all'ospedale di Baggiovara, a Modena, è stato nominato dal giudice tutore della quarantenne, non in grado di esprimersi a fronte delle sue condizioni di salute. Il provvedimento è stato assunto dal giudice sulla base della nuova legge sul testamento biologico. La decisione del magistrato, dunque, stabilisce che in mancanza di un testamento scritto, il tutore nominato può prendere decisioni sulla persona malata incapace appunto di esprimersi, diventando così anche ‘interprete' delle volontà della paziente in materia delle cure da affrontare o meno. Il padre della donna, ora, in quanto tutore, dovrà infatti prestare il consenso informato, o il rifiuto, anche rispetto alle cure e ai trattamenti terapeutici per la salute della figlia. Inoltre dovrà occuparsi delle questioni patrimoniali, come la riscossione dello stipendio o della pensione.

La decisione del giudice modenese è la prima di questo genere dall'approvazione della legge sul biotestamento ed è quindi particolarmente importante. E' stata assunta in riferimento alla vicenda di una donna di 40 anni ricoverata in coma dall'inizio dell'anno nel reparto di lungodegenza del nosocomio Baggiovara e costretta ad alimentarsi artificialmente con l'ausilio delle macchine. Come spiega la Gazzetta di Modena "questa donna deve in qualche modo gestire lo stipendio, i pagamenti e anche i suoi trattamenti medico-sanitari. Perciò, come riconosce il giudice, ci sono tutti i presupposti per la misura protettiva dell’amministratore di sostegno".

L'elemento più delicato, però, è evidentemente quello riguardante la prosecuzione delle cure mediche. La legge sul testamento biologico  infatti esclude la rappresentanza in materia di atti personalissimi. Il giudice, nella sua sentenza, ha ricordato che in merito alla sospensione delle cure e dei trattamenti è però necessario ricercarne una volontà precedentemente espressa dalla donna. Sulla scorta di tali considerazioni, il giudice ha incaricato il padre della quarantenne di seguire la figlia in coma ponendo però dei precisi limiti alla sua azione. L'uomo potrà curarsi di aspetti patrimoniali come la riscossione dello stipendio o della pensione, anche per la cura e per i bisogni quotidiani. "È obbligato – rivela sempre la Gazzetta di Modena – però a investire il capitale riscosso che resta dopo le spese in titoli obbligazionari fruttiferi e alla scadenza reinvestirli in titoli analoghi, deve presentare e sottoscrivere eventuali istanze e denunce, anche di carattere fiscale, agli uffici pubblici per il conto corrente della figlia".

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