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Bimbo ucciso di botte, la mamma del patrigno: “È un mostro. A 9 anni schiacciò 2 cagnolini”

Omicidio di Novara, parla la mamma di Nicolas Musi, il patrigno di Leonardo Russo, il bimbo di 2 anni ucciso di botte: “È un mostro, non lo considero mio figlio. Gli devono dare l’ergastolo. Lo abbiamo mandato in comunità e hanno provato con una famiglia affidataria a Torino, ma lì ha ucciso i 2 cagnolini, sedendosi loro sopra e facendo uscire le interiora”.
A cura di Ida Artiaco
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"È sempre stato un violento. A 9 anni ha ucciso 2 cagnolini, sedendosi loro sopra e facendo uscire le interiora". A parlare è Nicoletta, la mamma di Nicolas Musi, l'uomo finito in carcere a Novara per la morte del piccolo Leonardo Russo, il bimbo di 2 anni ucciso di botte nella sua casa nel quartiere di Sant'Agapio. Insieme a lui è stata accusata anche Gaia Russo, la mamma della giovane vittima, con la quale Nicolas, 23 anni, aveva una relazione sentimentale. Intervistata da Pomeriggio 5, condotto da Barbara D'Urso, la donna ha raccontato del passato difficile del ragazzo, da sempre incline a comportamenti violenti.

"A 5 anni – ha continuato Nicoletta – ha rotto un vetro di casa, a 6 anni ha picchiato un bimbo a scuola e ha rotto gli occhiali al maestro. Dava i calci alla maestra. Era già aggressivo da piccolo. Io e mio marito lo abbiamo messo in comunità. Ma neanche lì sono riusciti a salvarlo. Lasciava escrementi dietro ai comodini. Hanno provato con una famiglia affidataria a Torino, ma lì ha ucciso i 2 cagnolini, sedendosi loro sopra e facendo uscire le interiora. Aveva 9 anni". E poi, ancora "in comunità a Novara, ha tirato un triciclo a un bimbo. A 16 anni è tornato a casa. Avvertivo le varie fidanzatine di stare attente. Non ho conosciuto Gaia, sennò avrei potuto salvarla. La potevo togliere dalle mani di un assassino. L'ho denunciato varie volte, anche per minacce nei miei confronti". Infine, ha concluso dichiarando che "Nicolas è un mostro per quello che ha fatto, non lo considero e non lo considero mio figlio. Gli devono dare l'ergastolo. Voglio che rimanga in quella cella".

Il ragazzo si trova attualmente recluso nel carcere di Novara, dove nei giorni scorsi ha anche effettuato un tentativo di suicidio, mentre Gaia, la sua compagna, che è incinta, è in una struttura protetta. La coppia è stata fermata subito dopo la morte del piccolo Leonardo il cui corpo, stando alle dichiarazioni degli inquirenti che indagano sul caso, è apparso martoriato, con lividi, escoriazioni e segni di schiacciamento, tanta la violenza che è stata usata contro di lui fino a rompergli il fegato. Mentre la mamma del bambino si è difesa, dicendo di non essere stata lei ad ammazzarlo, il compagno ha mantenuto il silenzio ed è stata predisposta per entrambi la convalida del fermo. Continuano le indagini sulla vicenda, mentre nei prossimi giorni potrebbero essere sottoposti ad un nuovo interrogatorio.

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