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Bimbo morto per otite: l’omeopata non risponde alle domande dei magistrati

Il dottor Mecozzi si è avvalso della facoltà di non rispondere, preferendo attendere il deposito della perizia medica che è fissata per l’8 settembre.
A cura di D. F.
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Massimiliano Mecozzi, il medico omeopata indagato per la morte del piccolo Francesco Bonifazi, affetto da otite ma curato con rimedi alternativi, si è avvalo della facoltà di non rispondere davanti ai magistrati della Procura di Urbino, che questa mattina alle 10 l'hanno convocato per interrogarlo. L'uomo non ha risposto a nessuna delle domande che gli sono state poste del pm Lilliu e del procuratore Andrea Boni. "E' una possibilità che aveva e legittimamente ne ha fatto ricorso – spiega a Il Resto del Carlino il procuratore Boni –  Il dottor Mecozzi è stato chiamato per avere la sua ricostruzione dei fatti sulla morte del bimbo. Sarebbe stata importante per il  lavoro collegiale che stanno svolgendo i medici incaricati. L'interessato e i suoi legali hanno scelto invece un'altra strada, ossia quella di attendere il deposito della perizia medica che è fissata per l'8 settembre". All'interrogatorio – ha proseguito il procuratore Boni – non si sono sottratti invece i genitori del piccolo Francesco i quali hanno ricostruito "fin nei minimi dettagli quei tragici momenti fino all'epilogo fatale".

Dal punto di vista giudiziario dunque il procedimento è appena agli inizi. Sarà fondamentale appurare il dottor Mecozzi ha sconsigliato il ricovero del piccolo Francesco, come hanno sempre sostenuto i genitori, e se abbia tentato di negare l'assunzione di farmaci antibiotici. Nei giorni scorsi su questi punti si è espresso il suo legale, Vincenzo Carella: "Assolutamente no. Il mio assistito non ha impedito ai genitori del bimbo né di andare all’ospedale e neppure di prendere farmaci convenzionali. La realtà inconfutabile per ora è che non è stato Mecozzi ad andare a casa dei Bonifazi. Nessun medico parte di sua volontà. Dico che il dottore è stato chiamato. E che i genitori hanno scelto di andare da lui saltando gli altri presìdi medici, come il pediatra, gli ospedali di Cagli e di Pesaro. Non gli è stato imposto nulla".

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