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Bimba fa un gioco spiritico, educatrice chiama l’esorcista: licenziata dalla casa-famiglia

Al ritorno nella struttura di accoglienza per minori, la 12enne aveva raccontato di un gioco in classe con gli amici ma l’assistente sociale si sarebbe spaventata al tal punto da chiamare un esorcista. La donna ha impugnato il licenziamento spiegando che erano stati gli altri educatori spaventati a interpellarla.
A cura di Antonio Palma
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Per lei quella bambina che, di ritorno da scuola, aveva raccontato di uno strano gioco spiritico fatto in classe coi compagni poteva nascondere effettivamente il tentativo del diavolo di entrare nella comunità per minori in cui la piccola alloggiava e lei lavorava. Per questo l'educatrice non ha esitato a interpellare un vero e proprio esorcista per chiedere aiuto e risolvere il caso. Come racconta il Corriere del Veneto, è quanto accaduto in una casa famiglia del Veneziano gestita da una comunità religiosa cattolica che ha deciso ora di licenziare in tronco l'assistente sociale per giusta causa. "La contestazione non riguarda in alcun modo elementi legati al Catechismo e alla dottrina della fede cattolica ma, piuttosto, le specifiche modalità dell’intervento educativo messo in atto in quel contesto delicato" ha spiegato il presidente della struttura.

La comunità infatti contesta all'assistente sociale, qualificata operatrice con esperienza, non le convinzioni sull’esistenza di spiriti malvagi ma sulle modalità con cui avrebbe gestito i fatti e cioè senza consultare la dirigenza e con atteggianti che avrebbero spaventato i minori ospiti. Secondo l'accusa, infatti, la donna avrebbe iniziato a spaventarsi per qualsiasi cosa accadeva nella struttura come una porta sbattuta dal vento o un crocifisso caduto dal muro, iniziando infine anche a fare preghiere e rituali con acqua santa contro il diavolo davanti ai piccoli ospiti a cui venivano regalati santini di protezione dal demonio

Una ricostruzione rigettata però dalla donna che ha impugnato il licenziamento. "Sono stati tutti gli educatori a notare strani fenomeni e loro hanno avvisato mia figlia" ha spiegato il padre dell’educatrice e avvocato dando una ricostruzione completamente diversa dell'accaduto. "La ragazzina era agitata, quella sera, dopo il gioco. Mia figlia non c’era. Un operatore le chiede spiegazioni, la piccola racconta del gioco poi si chiude in bagno e non esce più. Lui la raggiunge e lei con voce alterata e assente gli risponde: noi non ti abbiamo chiamato. Una collega un’altra volta chiama mia figlia di notte, perché le porte si aprono da sole, perché si sente toccare. L’équipe intera si riunisce e decide di consultare un esorcista" ha spiegato il legale.

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