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Bersani: Con Berlusconi ritorna il populismo

Il segretario del Pd segnala il pericolo di populismo da parte del centrodestra dopo le dichiarazioni di Berlusconi per il suo ritorno in campo.
A cura di Antonio Palma
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Bersani: Con Berlusconi ritorna il populismo

Dopo l'allarme di Casini, anche Bersani segnala il pericolo populismo nella svolta di Berlusconi annunciata durante la conferenza stampa di sabato. "Sono preoccupato di questa posizione di Berlusconi perché di populismi ne abbiamo già un bel po' e il centrodestra su queste posizioni non farebbe bene al Paese" ha detto il segretario del Partito Democratico durante un'intervista a Massimo Giletti nella rubrica L'Arena su Raiuno, auspicando che il Cavaliere capisca che è finito il suo momento e ci ripensi. "Il Paese ha bisogno di mettersi alle spalle una fase e guardare avanti" ha detto Bersani stranamente in accordo con le parole di Renzi, il suo sfidante alle primarie del centrosinistra che oggi è intervenuto anche sul ritorno del Cavaliere. Del resto, ha spiegato Bersani, Berlusconi "ha governato più di De Gasperi, ha il record, potrebbe accontentarsi" per ché nonostante "l'istinto profondo dell'uomo a non mollare la sua creatura  deve prendere atto che dopo tanti anni i risultati non ci sono stati".

La coalizione di centrosinistra terrà – Forse fiutando la possibilità di un definitivo addio tra Pdl e Udc dopo la scelta di Berlusconi di alzare i toni nei confronti del Governo, Bersani ha fatto appello ai centristi e a tutta l'area dei moderati affinché "non si lasci incantare dai pifferi del populismo". Avanti con l'appoggio al Governo dunque perché la fedeltà all'Esecutivo Monti da parte del Pd non è in discussone in quanto "avremo potuto andare alle elezioni 8-10 mesi fa, ma Monti l'abbiamo voluto noi e abbiamo detto, si voterà alla scadenza". Sulla tenuta di un futuro Governo di centrosinistra infine Bersani assicura che non ci sarà quella litigiosità delle altre volte in quanto oggi "c'è il Pd e non più 12 partiti, ci sono alcuni partiti che si accostano alla nostra proposta politica e  abbiamo un meccanismo nuovo, in cui in caso di dissenso si vota a maggioranza nei gruppi congiunti, quindi c'è la certezza di arrivare alle decisioni".

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