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Bersani apre al M5s: “Ci voglio parlare come ho fatto nel 2013, non sono fazioso”

Pier Luigi Bersani, tra i leader di Liberi e Uguali, torna ad aprire la possibilità di un dialogo con il Movimento 5 Stelle dopo le elezioni del 4 marzo: “Io voglio parlare coi Cinque Stelle come feci nel 2013, non sono fazioso, ma ragiono” quando si parla di loro. E scherza su Spelacchio: “Di giorno è brutto, ma di notte è il più bello”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Pier Luigi Bersani apre nuovamente alla possibilità di dialogare con il Movimento Cinque Stelle dopo il voto del 4 marzo: “Io voglio parlare coi Cinque stelle come feci nel 2013”, dice a Piazza Pulita, su La7, uno degli esponenti di spicco di Liberi e Uguali. “Prima o poi dovranno parlare con qualcuno”, secondo Bersani che però rimane scettico su alcuni punti: “Se poi mi dicono via dell’euro gli dico ciao…”. Bersani sottolinea di non voler demonizzare i Cinque Stelle, pur sostenendo di criticarli in alcune occasioni.

Parlando del M5s cerca di definire la natura del Movimento: “Non è utile a nessuno che una forza di quelle dimensioni, un partito di centro dei tempi nuovi, non fa il mestiere di un partito di centro”. E dei Cinque Stelle dice ancora di “non essere fazioso ma di ragionare” quando si parla di loro. L’esempio che porta a sostegno di questa tesi è il suo pensiero su Spelacchio, l’albero di Natale allestito dalla giunta a guida pentastellata romana: “Di giorno è brutto brutto brutto, ma di notte per me è il più bello”.

Poi Bersani torna sul colloquio avuto – in streaming – con Roberta Lombardi e Vito Crimi cinque anni fa, quando si parlava di una possibilità di governare insieme al Movimento 5 Stelle non essendosi prefigurata una chiara maggioranza dopo le elezioni politiche del 2013: “Sapevo benissimo che non volevano governare, non erano in condizione di farlo”.

In vista delle prossime elezioni regionali in Lombardia Bersani sostiene che non può bastare un’ammucchiata per vincere mettendo insieme Liberi e Uguali con il Pd il cui candidato è Gori: “Bisogna che mi si spieghi come mai si è creata una frattura così profonda nell'elettorato del centro sinistra. Se ci ammucchiamo e diciamo ‘c’è la destra' non basta. Altrimenti dovete dirmi come abbiamo fatto a perdere La Spezia o Monfalcone”. Sulla possibile intesa elettorale, comunque, decideranno le assemblee territoriali. Anche se Bersani si dice potenzialmente favorevole ad alcune condizioni, per esempio – scherza ma non troppo Bersani – “cambiare slogan”.

Bersani, comunque, non chiude le porte in assoluto al centrosinistra ma in parte il problema sembra essere il segretario del Pd: “Se Renzi iniziasse a fare funzionare il centrosinistra io non avrei nessuna obiezione. Invece è successo che Renzi tira la volata alla destra. Se uno mi viene a dire ‘portiamo il contante a tremila euro' non mi stupisce se poi Berlusconi dice di portarlo a cinquemila. Questo è il problema, a me di Renzi non me ne frega proprio niente”.

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