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Berlusconi verso il passo indietro: “A breve il nome del premier di Forza Italia, io sarò il garante”

Il Cavaliere anticipa lo scenario nel caso in cui dall’Europa non arrivino notizie favorevoli sulla sua interdizione dai pubblici uffici: “Il nome del premier lo rivelerò al momento opportuno, e sarà di assoluta autorevolezza. In ogni caso, il garante del programma e degli impegni presi con gli elettori sono e rimarrò io”.
A cura di Redazione
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Solo qualche giorno fa, rispondendo a chi gli chiedeva di tracciare l'identikit del futuro premier del centrodestra, Silvio Berlusconi sembrava non avere dubbi: "Dovrebbe essere qualcuno che nella sua vita si è posto dei traguardi importanti, rischiosi, difficili da raggiungere ma è riuscito a raggiungerli tutti. Qualcuno come, mi viene in mente, Silvio Berlusconi, che ha sempre avuto questa regola di vita: porsi obiettivi che suscitavano l'ilarità degli altri, ma poi li ha raggiunti". Una linea che sembrava lasciar presagire l'intenzione di continuare a presentarsi fino all'ultimo giorno utile come il candidato premier di Forza Italia, malgrado la legge Severino gli impedisca sia di candidarsi che di occupare ruoli pubblici, a causa della sua condanna in via definitiva per evasione fiscale.

Oggi, però, il Cavaliere lascia intendere di aver pronto il piano B, nel caso in cui la tanto agognata sentenza della Corte Europea non dovesse arrivare in tempo o fosse a lui sfavorevole. Nel corso della lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, infatti, Berlusconi anticipa di essere sul punto di comunicare il nome che FI intende proporre come premier: "Lo rivelerò al momento opportuno, e sarà di assoluta autorevolezza. In ogni caso, il garante del programma e degli impegni presi con gli elettori sono e rimarrò io". Insomma, un nuovo ruolo da garante e padre nobile del centrodestra, per far fronte all'impossibilità di occupare posti istituzionali nel caso in cui il centrodestra dovesse vincere le elezioni.

In mezzo, ovviamente, la lunga campagna elettorale per le politiche, che Berlusconi ritiene di poter condurre all'attacco, a partire dal versante economico: "L'unico modo per abbattere il debito pubblico è un grande piano di privatizzazioni, per 5 punti percentuali circa, che insieme alla ripresa della crescita e all'avanzo primario nei conti pubblici determinato dall'aumento del gettito, porterebbe a un rapporto debito/Pil vicino al 100% in cinque anni, con la relativa riduzione della spesa per interessi". E sulla legge Fornero apre a modifiche sostanziali ma non complessive: "Il problema sono i presupposti. Affronta male un tema vero: l'aumento della vita media, collegato al calo della natalità, rende necessario un aumento dell'età pensionistica per mantenere i conti in equilibrio".

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