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Berlusconi: “Rimango un convinto europeista, ma i burocrati di Bruxelles hanno fallito”

L’ex presidente del Consiglio sostiene che il sogno europeo sia più vivo che mai, ma che di pari passo sia fallita “la costruzione dell’Europa come è stata realizzata dai burocrati di Bruxelles”. Per questo, secondo Berlusconi, è necessario un cambio di visione che dovrebbe partire dall’abbandono dell’approccio attuale, considerato troppo formalistico.
A cura di Charlotte Matteini
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La costruzione dell'Europa è fallita, ma il sogno europeo è più vivo che mai. A sostenerlo è l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in un'intervista rilasciata al quotidiano La Stampa. Secondo Berlusconi, infatti "il sogno europeo oggi è più attuale che mai", ma sarebbe in realtà "la costruzione dell’Europa come è stata realizzata dai burocrati di Bruxelles" a essere invece fallita, suscitando inoltre nei cittadini "crescenti reazioni di rigetto". "Vede, il sogno europeo è quello con il quale è cresciuta la mia generazione: era il sogno di un grande spazio di libertà, economica, politica e civile; di pace e sicurezza condivisa. Cosa ne è rimasto oggi? Una cosa, importante: la pace nel nostro continente. Ma tutto il resto è svanito, si è dissolto. L’Europa deve ripensarsi a fondo, oppure muore. Parola di un convinto europeista", spiega il presidente di Forza Italia.

Secondo Berlusconi, inoltre, l'estremo rigore burocratico e formalistico imposto dall'Ue all'Italia non farebbe che accrescere questo sentimento di acrimonia verso l'Unione europea. "Il torto dell’Europa è quello di applicare un rigore burocratico e formalistico, che non tiene conto né delle esigenze dello sviluppo, né delle particolari condizioni dell’Italia, dall’emergenza profughi a quella dei terremoti", spiega Berlusconi, sostenendo però che nel caso di specie, ovvero la richiesta di una manovra correttiva da 3,4 miliardi di euro pervenuta la scorsa settimana da Bruxelles, le richieste dell'Unione sarebbero parzialmente comprensibili perché frutto di errate politiche economiche varate dal governo Renzi. "Il governo Renzi ha impostato un bilancio in deficit, quindi creando ulteriore indebitamento, non per fare investimenti o per rilanciare lo sviluppo, ma per distribuire promesse di denaro a pioggia in vista del referendum. Quel progetto è fallito, ma sono rimasti i conti da pagare, per il governo Gentiloni e per tutti gli italiani. Come si comporterà il nuovo esecutivo in questa difficile partita è tutto da vedere: credo però che la scelta di evitare affermazioni roboanti che poi non si è in grado di sostenere sia un apprezzabile segnale di serietà".

Per quanto riguarda la questione dell'emergenza immigrazione, Silvio Berlusconi sostiene che l'approccio del neo-ministro dell'Interno Marco Minniti sia quello giusto, sebbene si limiti ad affrontare solo "la parte finale del problema": "L’approccio del ministro Minniti è corretto, ma affronta solo la parte finale del problema. Quello che dovremmo chiederci non è soltanto come gestire profughi e clandestini una volta arrivati in Italia: è piuttosto come evitare che ci arrivino. Il mio governo aveva realizzato una serie di accordi con i governi del Nord Africa, primo fra tutti la Libia di Gheddafi, per fermare all’origine questo traffico di esseri umani. Purtroppo sappiamo com’è andata. Se non si chiude questo flusso, se non riusciamo a stabilizzare l’Africa e il Medio Oriente, allora il problema esploderà. E per questo non bastano le forze dell’Italia, e neppure quelle dell’Europa. Occorre una grande coalizione che veda protagonisti l’Europa, gli Stati Uniti, la Russia, la stessa Cina, i Paesi Arabi moderati", spiega Berlusconi.

Su Donald Trump, invece, Berlusconi non si sbilancia. "Da un lato vedo con molto favore il ritorno ad una collaborazione con la Russia di Putin che per l’America e tutto il mondo libero dev’essere un amico e un alleato, non certo un nemico. Dall’altro vedo tutti i rischi di un ritorno all’isolazionismo. Sarebbe un grave errore, se accadesse, sia per il mondo intero, ma anche per l’America", sostiene l'ex presidente del Consiglio, aspettando probabilmente di vedere quale sarà il reale approccio del nuovo presidente degli Stati Uniti nel corso dei mesi a venire.

Capitolo Salvini, gli attacchi proseguono, ma Berlusconi non mette comunque in dubbio l'alleanza con il Carroccio, nonostante la Lega Nord all'elezione del presidente del Parlamento europeo abbia deciso di non votare per il forzista Antonio Tajani. "Sono rimasto molto deluso. Non credevo che la Lega potesse essere indifferente nella scelta fra un moderato espressione del centro-destra e un esponente del Pd sostenuto da tutta la sinistra. Faccio fatica a capire, ma non voglio polemizzare: per me le ragioni dell’alleanza sono più importanti", spiega Berlusconi, aggiungendo che gli attacchi personali che ormai quotidianamente provengono da Salvini sarebbero frutto di una sorta di strategia messa in campo dalla Lega per acquisire la leadership della nuova coalizione di centrodestra: "Immagino che Salvini si stia ponendo un problema di leadership che è del tutto prematuro e che comunque non appassiona gli italiani. Sono ben altri, e più concreti, i temi ai quali bisogna dare una risposta: fisco, sicurezza, immigrazione, giustizia, infrastrutture. E comunque le leadership non si misurano sulle polemiche, ma sul consenso".

Per quanto riguarda la nuova legge elettorale, Berlusconi auspica il ritorno del proporzionale, unico sistema che potrebbe favorire un'elezione realmente corrispondente alla volontà elettorale dei cittadini. "È fondamentale che la nuova legge elettorale consenta la massima corrispondenza fra il voto espresso dai cittadini e la maggioranza parlamentare. Ogni distorsione in senso maggioritario, in uno scenario tripolare come l’attuale, porterebbe al governo una minoranza contro il parere dei due terzi degli elettori", spiega l'ex presidente del Consiglio, aggiungendo: "Ritengo che le preferenze siano il peggior sistema possibile per garantire una effettiva rappresentanza degli elettori. I candidati devono piuttosto essere proposti agli elettori in piccole circoscrizioni, in modo che i cittadini sappiano con chi hanno a che fare e dove cercarli dopo l’elezione".

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