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Beppe Grillo fa gli auguri ai politici: “Che questo sia il vostro ultimo cenone”

Il capo politico del Movimento 5 Stelle saluta a modo suo il 2013: “Un Ultimo Cenone che potrebbe ben rappresentare, sempre metaforicamente si intende, l’ultimo pasto dei condannati a morte ai quali non si nega nulla prima della fine”.
A cura di Redazione
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A poche ore dal "duello" con Giorgio Napolitano nel discorso di fine anno, Beppe Grillo sceglie le pagine del suo blog per un messaggio di saluto al 2013 del tutto particolare. Quello che il capo politico del Movimento 5 Stelle augura ai politici è un ultimo luculliano e pantagruelico cenone, una ultima abbuffata prima della fine. Sempre metaforicamente, precisa, ma si tratterebbe di "un Ultimo Cenone che potrebbe ben rappresentare ‘ultimo pasto dei condannati a morte ai quali non si nega nulla prima della fine".

Del resto, per Grillo, questi politici sono "sempre a tavola e sempre affamati di potere" e lasciano sempre "il conto e le lische a noi". Dunque, non resta che augurare loro un'ultima abbuffata prima della fine:

A Capodanno c'è il cenone. Un augurio sincero a questa classe politica di gustarlo fino in fondo. Potrebbe essere l'ultimo. Un pasto luculliano, pantagruelico, esagerato in cui nulla deve mancare. Un Ultimo Cenone da ricordare nei tempi bui. Nell'Ultima Cena Giuda tradì Cristo, nell'Ultimo Cenone i commensali sono centinaia e tutti, indistintamente, ma ognuno con le sue caratteristiche, hanno tradito gli italiani. Il bacio di Giuda sono le menzogne che ogni giorno, l'ultimo dell'anno compreso, hanno raccontato e raccontano alle persone. Quest'anno è stato magnifico, le tasse sono diminuite e persino il PIL è aumentato, risvegliato come Lazzaro dalla tomba della recessione. Il prossimo anno, udite, udite, sarà ancora meglio. Chi non ha fede nella Repubblica dei Partiti e nei suoi trombettieri è un povero miscredente, un populista, un terrorista mediatico, un potenziale camorrista, un neo brigatista. Non si mette in dubbio la parola del Signore quando il suo nome è Napolitano. Ci hanno venduto per trenta denari, ma ora li chiamano euro. Hanno distrutto l'ambiente e lo chiamano progresso. Hanno corrotto le nostre anime con il consumismo e lo chiamano sviluppo. Sono sempre a tavola e sempre affamati di potere. Cosa sarebbe questa lunga, lunghissima tavolata, dove sono seduti a banchettare, senza lo Spirito del Potere che aleggia su di loro? Un potere effimero, inesistente che gli abbiamo dato noi, trasformando delle nullità in statisti, consegnando le nostre vite a dei signor nessuno che si nutrono, metaforicamente, della nostra carne e del nostro sangue. Per loro il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci è possibile, una cosa da nulla, grazie al miracolo del debito pubblico. Il nostro debito. A loro cernie, bottarghe, orate, spigole, dentici, sogliole e branzini. A noi le lische e il conto, sempre più alto. Un Ultimo Cenone che potrebbe ben rappresentare, sempre metaforicamente si intende, l'ultimo pasto dei condannati a morte ai quali non si nega nulla prima della fine. Non ci sarà un messaggero divino, l'arcangelo della Merkel, e neppure la telefonata del governatore, come avviene nei film, a salvarvi. Abbuffatevi in questa notte di Capodanno. Potrebbe essere l'ultima, meglio approfittarne, anzi abusarne come avete fatto con la Democrazia e con la Costituzione. Prosit.

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