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Beppe Grillo chiama alla mobilitazione: “È troppo tardi per stare fermi”

Il leader del Movimento 5 Stelle arringa i suoi: “Nessuno ci toglierà dai piedi questi partiti dominati da finanzieri e affaristi se non lo fa da solo. Se non ora quando? Quando? Questa è la domanda. Non c’è un troppo tardi o un troppo presto. C’è solo l’ora, l’adesso.”
A cura di Redazione
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Qualche giorno fa si era lasciato andare ad un malinconico “le parole non bastano più”, spiegando come ci fosse la necessità di nuove forme di mobilitazione e di azione. Ora però Beppe Grillo amplia il ragionamento e ricorda ai militanti del Movimento 5 Stelle che l’obiettivo a medio termine non può che essere uno solo: il cambiamento del sistema dei partiti, il rinnovamento della politica e la “pulizia” nelle istituzioni. Con un post pubblicato sul suo blog, infatti, il capo politico del Movimento 5 Stelle, al grido di “Se non ora quando?”, chiede ai cittadini di impegnarsi in prima persona nel cambiamento e di smetterla di “aspettare il liberatore, l’eroe, il nuovo Robin Hood”.

Del resto, nella lettura di Grillo, è la stessa cronaca politica ad evidenziare la necessità di una inversione di tendenza, di un cambio di passo immediato e a rendere necessario l’impegno concreto di ogni cittadino:

Gli italiani stanno aspettando da un pezzo un liberatore, un eroe, un nuovo Robin Hood, un Garibaldi. Qualcuno che "metta finalmente a posto le cose". Gli italiani sono tanti sottotenenti Giovanni Drogo assegnati alla Fortezza Bastiani nel romanzo di Buzzati: "Il deserto dei Tartari" in cui La Fortezza è l'ultimo avamposto ai confini settentrionali del Regno e domina una desolata pianura chiamata “deserto dei Tartari”, un tempo minacciata da continue incursioni. Da innumerevoli anni nessun nemico appare e l'esistenza di Drogo si consuma in attesa di un combattimento che non verrà mai. L'italiano è in attesa, ma neppure lui sa di cosa. Non ci sarà nessuno che venga a salvarlo dalla mafia, dalla corruzione, dalla massoneria. Nessuno ci toglierà dai piedi questi partiti dominati da finanzieri e affaristi se non lo fa da solo.

Se non ora quando? Quando? Questa è la domanda. Non c'è un troppo tardi o un troppo presto. C'è solo l'ora, l'adesso.

Se non ora quando? Ci libereremo da questa attesa che ci sfinisce? Nessuno ci potrà aiutare al di fuori di noi stessi. Denunciando, mettendoci in gioco, rischiando qualcosa, bloccando ogni porcata a livello locale.

Se non ora quando? non è una domanda retorica, è un'invocazione, un appello. Di cos'altro c'è bisogno per svegliare le coscienze dopo le ruberie di Stato della Tav, di Mafiacapitale, del Mose, dell'Expo, dei dissesti idrogeologici che hanno trasformato il Paese in una immensa frana? Quante altre schifezze istituzionali come l'eliminazione del Senato e l'elezione di ben tre presidenti del consiglio senza elezioni e senza passare dal Parlamento dovranno avvenire?

Se non ora quando? denunciare non serve più in un Paese dove i referendum non vengono rispettati come quello sulla pubblicizzazione dell'acqua, completamente disatteso a partire dalla Puglia e da Vendola che ha mantenuto l'acquedotto privato sotto forma di Spa e come il referendum sul finanziamento ai partiti.

Se non ora quando? si deve intervenire sulla svendita delle nostre aziende a cinesi e a fondi americani che fanno shopping a prezzi di saldo preparando un deserto industriale alle nuove generazioni?

Se non ora quando? si deve andare a nuove elezioni politiche per dare dignità e legittimità a un parlamento incostituzionale di nominati?

Se non ora quando?

Non ci sono più innocenti. I Tartari sono nella fortezza e noi stiamo sempre più assomigliando a loro.

Se non ora quando? E' troppo tardi per stare calmi.

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