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Opinioni

Beppe Grillo, apprendista stregone a 5stelle

Scriveva ieri Paolo Becchi, ideologo del movimento 5Stelle, su Twitter: “Beppe ha fiutato la trappola della piazza di fronte a Montecitorio e ha fatto la mossa giusta. Bisogna evitare la trappola della violenza”. Il fatto però è che Grillo la trappola se l’è fatta da solo.
A cura di Federico Mello
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Beppe Grillo a Pordenone

Avrei voluto scrivere questo articolo partendo da un riconoscimento. Avrei voluto dire a Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, bravi! Ok, nessuno ancora sa quanti voti abbiano preso i vostri candidati alle “Quirinarie”, nessuno sa se i risultati rispettino davvero il volere degli iscritti a 5Stelle. Va bene, d'accordo, nel suo non-statuto il vostro movimento dice di voler riconoscere “alla totalità degli utenti della Rete il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi”, anche se poi fate votare al massimo 50mila iscritti.

Nonostante tutto ciò avrei voluto complimentarmi con loro: avete dimostrato una intelligenza politica di primo livello, gli avrei detto. Avete bruciato un candidato che non vi piaceva (Prodi), coagulando consenso intorno ad un buon candidato (Rodotà). Ma soprattutto siete riusciti nel vostro intento, ovvero ad eliminare – politicamente – Bersani e il partito democratico. Vi siete mossi perfettamente, sfruttando la vostra forza (anche se quando si decide in due è tutto più facile) e soprattutto la debolezza degli altri. Avete “aperto” al momento giusto, mettendo il Pd con le spalle al muro: siete voi i veri vincitori di questa tre giorni quirinalizie.

Poi ieri è arrivato il patratac sulla piazza, e i complimenti non si possono fare più. E sì, perché di fronte ad un presidente della Repubblica votato da 738 grandi elettori, invece di dire la vostra, portare a casa la vittoria, avete acceso le polveri. Siete arrivati sull'orlo di un burrone che avrebbe trasformato in rivolta sociale, un voto legittimo espresso dai vostri avversari. Scriveva ieri Paolo Becchi, ideologo del movimento 5Stelle, su Twitter: “Beppe ha fiutato la trappola della piazza di fronte a Montecitorio e ha fatto la mossa giusta. Bisogna evitare la trappola della violenza”. Parla di “trappola” Becchi, “trappola della violenza”. In effetti in una piazza inferocita, nella quale approdano comunisti e fascisti, centri sociali e mitomani in cerca di telecamere, il rischio “violenza” c'era eccome.

Il fatto però è che Grillo la trappola se l'è fatta da solo. Dopo tre giorni che hanno stremato il Paese, dopo l'elezione di un presidente della Repubblica di 87 anni (per mancanza di altre alternative), con una crisi economica che morde ad ogni latitudine della penisola, cosa ha pensato bene di scrivere Grillo suo suo blog? Parole pesanti come pietre. «Ci sono momenti decisivi nella storia di una Nazione. Oggi, 20 aprile 2013, è uno di quelli. È in atto "un colpo di Stato"». Si sa, Grillo usa le parole come una clava: avrà denunciato almeno una decina di “golpe” negli ultimi anni. Ma questa volta alla denuncia segue l'appello. «Il M5S da solo non può però cambiare il Paese. È necessaria una mobilitazione popolare. Io sto andando a Roma in camper. Sarò davanti a Montecitorio stasera. Rimarrò per tutto il tempo necessario. Dobbiamo essere milioni. Non lasciatemi solo o con quattro gatti. Di più non posso fare».

Sembra solo una manifestazione, ma in realtà è molto di più. Se è in corso un golpe, e si propone una “mobilitazione popolare”, a Roma, davanti al Parlamento, ecco che gli animi di coloro che abboccano possono facilmente degenerare. Tutti insieme contro Napolitano. Tutti insieme contro il golpe.

Alla fine, con un banale post-scriptum, Grillo ha smontato tutto: «Arriverò a Roma durante la notte e non potrò essere presente in piazza. Domani mattina organizzeremo un incontro con la stampa e con i simpatizzanti». Il colpo di stato forse c'è, ma meglio aspettare. Meglio una conferenza stampa, con calma, di domenica. Intanto su Twitter la Casaleggio Associati aveva fatto partire anche gli appelli anti-violenza: «Una raccomandazione: nessun tipo di violenza, ma solo protesta civile. Isolate gli eventuali violenti».

La piazza, insomma, rischiava di sfuggir loro di mano. Non avrebbero potuto controllarla, non avrebbe potuto prevedere come sarebbero andate a finire le cose. Tutto, per fortuna, è saltato. Eppure rimane sulla pelle, da tutta questa pantomima, una sensazione sgradevole. Quella che lascia addosso una forza politica guidata da due irresponsabili. Che hanno trovato nell'urlo, nel linguaggio violento, nell'insulto, la capacità di diventare virali. Ma che come ogni apprendista stregone che si rispetti, continuano a ingenerare meccanismi che non controllano, e che possono degenerare.

Ci mancava questa rabbia, questa paura, ieri per Roma. La crisi tanto può aspettare. L'importante è continuare a urlare. Che se gli altri partiti sono morti, Grillo e Casaleggio sembrano non interessati a rimettere in vita questo disgraziato Paese.

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35 anni, leccese, giornalista. Sono stato blogger, poi Annozero, Il Fatto Quotidiano e Pubblico. Ho scritto «Il lato oscuro delle stelle» : http://goo.gl/nCnaI
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