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Belluno, la frana corre sul paese: evacuate 20 persone a Perarolo. “Emergenza reale”

Stato di emergenza per un piccolo paese del bellunese. Le strade di accesso sono chiuse e sorvegliate dai Carabinieri, mentre i vigili del fuoco stanno monitorando la frana che da tempo minaccia il comune veneto.
A cura di Biagio Chiariello
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Ormai si sono quasi abituati a convivere con quella frana che pende sulle loro teste. Eppure ogni volta che si muove, a Perarolo di Cadore, in Veneto, torna la paura. Ieri sera, è successo di nuovo: i sensori hanno registrato diversi movimenti sospetti e hanno obbligato l’evacuazione di sette case (per un totale di venti persone), ospitate da parenti, bed & breakfast locali e all’hotel Pelmo di Pieve di Cadore. La zona interessata coinvolge il monte Zucco con la frana di Busa del Cristo.

L’allarme è scattato intorno alle 19.30. Si parla di 100mila metri cubi di terra sopra un fondo gessoso che almeno fino a 24 ore si muovevano a un centimetro e mezzo, due centimetri all'ora. Un rischio concreto per il centro abitato. Così sui telefonini delle famiglie che abitano ai piedi della montagna è arrivato l’sms d’allarme da parte dell’amministrazione: “Comune di Perarolo. È emergenza reale. Applicare procedura di emergenza. Venire all’area di raccolta davanti al municipio”. Il paese è stato blindato, le strade di accesso chiuse e sorvegliate dai Carabinieri, mentre i vigili del fuoco hanno monitorato la frana. Intanto in municipio è andato in scena un vertice tra il sindaco Pierluigi Svaluto Ferro, l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin e gli stessi pompieri, con il funzionario Franco Magrini e il comandante della stazione dei carabinieri di Pieve Caltana per verificare la situazione e pianificare gli interventi, che continueranno nei prossimi giorni. La grande paura è che la frana possa riversarsi nel corso del torrente Boite, creando un tappo.

Secondo Tiziana Mascolo, Presidente del “Comitato per il futuro di Perarolo di Cadore” è l’acqua la principale responsabile del fenomeno: Prende i gessi che li degrada e causa il fenomeno, lo affermano molti tecnici qualificati”. Acqua che comunque c’è sempre, anche quando non piove: “Da almeno 30 anni a Perarolo sosteniamo che debba essere levata l’acqua dal versante per arginare il fenomeno – spiega Mascolo – anche le Ferrovie dello Stato di allora, hanno preservato l’integrità della linea che taglia il versante drenando. Ora ci auguriamo che anche con questa osservazione i tecnici si rendano conto che l’acqua contrastante attiva dei gessi che compongono il versante, va raccolta ed allontanata dalla frana proprio per stabilizzarla”.

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