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Bartosz Huzarski, e la foto delle sue gambe che sta facendo discutere il web

Il ciclista polacco ha postato su Facebook una foto delle sue gambe dopo al 18a tappa del Tour de France scatenando polemiche.
A cura di Marco Beltrami
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Il Tour de France 2014 si è concluso con la vittoria di Vincenzo Nibali, ma lo “squalo dello stretto” non è l’unico ciclista ad aver conquistato web e social network nelle ultime ore. Il polacco Bartosz Huzarski è stato letteralmente sommerso di messaggi dopo aver postato una foto delle sue gambe dopo la 18° tappa della Grand Boucle. Uno scatto che molti hanno considerato scioccante a causa dell’eccessivo gonfiore delle vene sugli arti inferiori del ciclista, che hanno accusato lo stesso corridore di fare addirittura uso di doping. Il corridore letteralmente sconcertato per quanto accaduto e per un’immagine considerata “normale” per lo sforzo successivo ad una gara ha così commentato lo scatto:

“Questa è la situazione delle mie gambe, simile a quella dopo la tappa 18 della Tour de France. Ho dovuto spremere maggiormente la mia forza negli ultimi 3 giorni. Uff, adesso possiamo pensare alle tappe in collina P.S

26/07/2014

Non mi aspettavo che la foto dei miei piedi causasse tante polemiche. Per me è non c’è nessuna situazione clamorosa, perché una tale visione certo non è di tutti i giorni, ma è comunque un'immagine abbastanza comune soprattutto dopo una gara difficile ad alta temperatura.

La gente scrive le cose pensando che non sia  possibile, che non possa essere normale, facendo riferimento al doping, ecc …

E ‘ovvio che non avrò gambe come i modelli di Victoria’s secrets, o di Mary del vicino negozio di vegetali o di chiunque che bazzica in ufficio un giorno e 3 volte a settimana e farà 10 km in bicicletta a settimana o corre un’oretta. Purtroppo non funziona così e quello che vedete nella foto qui sotto non è malsano.

D'altra parte io dico questo:

1) approccio professionale a quello che facciamo

2) Sacrificio, dieta regolare

3) Corpo

4) Il grasso minimo

5) Per 12 anni mi facevo in un anno 35 000 km in bici

6) La conoscenza del proprio corpo

 

 

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