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Banda dell’Autogrill fermata a Bologna: rubavano nelle auto e spedivano la refurtiva via posta

Tre uomini sono stati fermati dagli agenti del compartimento Polizia Stradale dell’Emilia Romagna al termine di un’attività di indagine iniziata ad aprile dopo il furto di un computer in un’auto nell’area di servizio sull’A14. Secondo la polizia, i tre utilizzavano un dispositivo elettronico che inibiva il segnale inviato dalla chiave-telecomando all’auto, impedendo di fatto la chiusura della portiera.
A cura di Susanna Picone
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Aprivano le auto parcheggiate nelle aree di servizio in autostrada usando un particolare dispositivo chiamato “jammer” che alterava le frequenze e inibiva i segnali delle chiavi-telecomando e poi portavano via dalle vetture quanto di prezioso trovavano all’interno come smartphone, pc portatili, tablet e macchine fotografiche lasciati in macchina dai proprietari durante la sosta. Poi gli stessi ladri prendevano la refurtiva e la spedivano per posta a un familiare per liberarsene e non farsi beccare dalla polizia. E ora questa “banda dell’Autogrill” è finita in manette. A scoprire come agiva la banda sono stati gli agenti del compartimento Polizia Stradale dell'Emilia Romagna che, con il coordinamento del pm Michele Martorelli, hanno iniziato a indagare su questi rapinatori lo scorso aprile, dopo il furto di un computer su un'auto all'area di servizio Pioppa Est sulla A14 Bologna-Taranto, all'altezza di Zola Predosa, nel Bolognese.

Fermati tre italiani – Poi, martedì scorso, gli agenti hanno notato tre uomini – si tratta di un 39enne, un 52enne e un 43enne, tutti di origine campana – nell'area di servizio Rubicone sulla A14, in provincia di Forlì. I tre, secondo quanto accertato dagli agenti, armeggiavano vicino a un’auto parcheggiata dalla quale poi si sono allontanati. La Stradale li ha seguiti e ha scoperto che, dopo essere usciti dall'autostrada, i tre si sono diretti all'ufficio postale Bologna Fiera dove a quel punto sono stati fermati e arrestati. È stato recuperato anche il pacco che stava per essere spedito e che conteneva in questo caso tre computer portatili, di diverse marche e del valore di circa seimila euro, tra cui anche quello rubato nell'area di servizio Rubicone.

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