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Augurò la morte a Laura Boldrini: il direttore della Gazzetta di Lucca sospeso dall’Ordine dei giornalisti

Il direttore della Gazzetta di Lucca, Aldo Grandi, è stato sospeso per tre mesi dall’Ordine dei Giornalisti per aver contravvenuto alle norme sulla deontologia professionale. Nel luglio del 2017, in un editoriale dedicato a Laura Boldrini, Grandi augurò un male incurabile all’allora presidente della Camera.
A cura di Charlotte Matteini
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Il 28 luglio 2017, nell'ambito di un articolo pubblicato sulla testata da lui diretta, il direttore della Gazzetta di Lucca, Aldo Grandi, augurò la morte a Laura Boldrini e ora, a un anno esatto dal fatto, è stato sospeso dall'Ordine dei giornalisti per tre mesi. In un editoriale intitolato "Laura Boldrini un male incurabile", Grandi se la prese con l'allora presidente della Camera, colpevole “di aver fatto entrare cani e porci con la conseguenza che, ormai, ovunque regnano degrado e anarchia”. Per il direttore della Gazzetta di Lucca, Laura Boldrini avrebbe inoltre distrutto “la nostra identità nazionale, culturale, storica, religiosa, financo sessuale” e avrebbe fatto invadere l'Italia "da milioni di persone con altre culture, religioni, usanze, abitudini, costumi che non soltanto non vogliono integrarsi, ma che, se possibile, vorrebbero (dis)integrarci e lo hanno fatto senza nemmeno chiederci il permesso”.

Proseguendo, Grandi si dichiarò contrario alla violenza augurandosi però che l'allora presidente della Camera venisse colpita da un male incurabile, "di quei mali che, al pari dell’arroganza del Potere, non si peritano di chiedere scusa se provocano sofferenze, dolori, devastazioni, stravolgimenti sociali": 

Noi, di fronte a questo tradimento, dovremmo, forse, ricorrere alla violenza? No. Assolutamente. Ci resta, a noi che siamo seguaci di una religione che cerca nel destino le tracce di speranza per guardare con ottimismo al futuro, solo una speranza: pregare e pregare con tanta intensità da sperare di poter riuscire, prima o poi – meglio prima che poi – a far sì che Laura Boldrini venga colpita da un male incurabile, di quei mali che non ti chiedono il permesso quando vogliono entrarti dentro, di quei mali che, al pari dell’arroganza del Potere, non si peritano di chiedere scusa se provocano sofferenze, dolori, devastazioni, stravolgimenti sociali, di quei mali che quando scelgono di partire, non hanno bisogno di alcuna autorizzazione per sbarcare le proprie cellule malate nei disordinati porti della nostra esistenza: né più né meno di come, adesso, ognuno fa il comodo suo scendendo e sbarcando in tutte quelle città d’Italia dove non c’è un cane che sia lì a testimoniare la sovranità e il rispetto di questo popolo al quale noi e soltanto noi – non la classe politica che ci governa – ha il diritto di sentirsi parte integrante.

A un anno di distanza dai fatti, Grandi è stato sospeso dall'Ordine dei Giornalisti per aver contravvenuto alle norme sulla deontologia professionale:

Il terzo collegio di disciplina dell'ordine territoriale del Lazio, dopo aver preso in esame il procedimento a carico del giornalista Aldo Grandi riguardante l'articolo datato 28 luglio 2017 apparso sulla Gazzetta di Viareggio con un editoriale nel quale si augurava la morte all'onorevole Laura Boldrini all'epoca presidente della Camera, pervenuto con prot. n. 5 del 18 gennaio 2018, Ctd, assegnato a questo collegio con prot. n. 6 del 6 febbraio 2018, procedeva all'esame di altro fascicolo a carico dello stesso Aldo Grandi, per nuovo articolo apparso sulla Gazzetta di Lucca in data 14 giugno 2018, con il quale il giornalista notiziava di aver ricevuto un esposto, sempre per lo stesso motivo, nel quale ribadiva ‘ancora una battaglia…, nessuna pietà e nessuna marcia indietro', firmato Aldo Grandi.

Per prima cosa il collegio provvedeva a riunire i due procedimenti trattandosi del medesimo incolpato e per lo stesso fatto. Pertanto il terzo collegio provvedeva a notificare contestazione disciplinare al giornalista Aldo Grandi, in relazione all'addebito agli articoli 2 e 48 della legge n. 69 del 1963 per aver contravvenuto alle norme sulla deontologia professionale. E fissando l'audizione del 14 giugno 2018, ore 11, presso la sede dell'ordine regionale dei giornalisti del Lazio, in via della Torretta 36, con invito a nominarsi un difensore di fiducia, a depositare istanze difensive ed estrarre le copie di quanto contenuto nei fascicoli di ufficio.

Per la medesima data venivano convocati due testi, Severiano Paoli e Luigi Briganti alle ore 11. Detti inviti venivano inviati con lettera raccomandata con ricevuta di ritorno. Alla data prefissata il Grandi rimaneva contumace senza peraltro fornire nessuna giustificazione. Stessa cosa faceva il teste Severiano Paoli. Alle ore 11, come stabilito, si presentava il signor Luigi Briganti, il quale sentito in merito all'esposto avanzato, nel confermare quanto sostenuto nella lagnanza a sua firma, precisava che per quanto attiene all'articolo della Gazzetta di Lucca nel quale l'autore si augurava la morte della presidente della Camera, il teste precisava che ‘il medesimo sdegno lo avrei provato se tali frasi fossero state riferite a un qualsiasi altro cittadino'. Ribadiva inoltre che lo stesso Grandi, dopo aver ricevuto una prima comunicazione dall'ordine nazionale giornalisti in data 30 agosto 2017 e a lui inviata per conoscenza, nello stesso giorno il Grandi precisava, fra l'altro in un editoriale sulla Gazzetta di Lucca: ‘Continuerà la sua battaglia senza pietà e nessuna marcia indietro', di cui allegava fotocopia sottoscritta.

Alla luce di queste dichiarazioni, non essendosi presentato l'altro testimone, il collegio riteneva sufficientemente provato l'addebito contestato al giornalista Aldo Grandi e pertanto rinunciava all'audizione dello stesso teste. Di conseguenza, sentito il consigliere relatore e votato all'unanimità, il collegio ritiene che vada affermata la responsabilità dell'addebito contestato a Grandi comminando una sanzione proporzionata alla gravità del fatto e ritenuta equa in mesi tre di sospensione dalla professione.

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