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Visitata e dimessa per 4 volte, Valentina muore a 17 mesi: per i periti c’è stata negligenza

Per la perizia disposta dal giudice, la piccola Valentina Chapellu poteva essere slavata e “sussistono chiari profili di colpa determinati da negligenza e imprudenza nell’operato del medico”.
A cura di Antonio Palma
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Poteva essere salvata la piccola Valentina Chapellu, la bimba morta nel febbraio dello scorso anno dopo essere stata visitata e dimessa per ben 4 volte al pronto soccorso dell'ospedale Beauregard di Aosta. Ne sono convinti i periti incaricati dal giudice per fare luce sulla dolorosa vicenda che vede indagati tre medici dello stesso nosocomio per i reati di omicidio colposo in relazione alla responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario. Per gli esperti incaricati della perizia, infatti, ci sarebbe stata una superficialità nel trattare il caso da parte di uno dei medici che hanno visitato la piccola. Per i periti la bimba andava ricoverata o tenuta in osservazione visti i sintomi e non rispedita a casa come è invece accaduto.

Pur ammettendo che un "evento così drammatico era effettivamente raro", secondo la perizia, con una cura tempestiva, la piccola avrebbe avuto molte più possibilità di salvarsi dall'infezione batterica che l'aveva colpita dopo un'influenza. Nel dettaglio, secondo i periti del Gip Cinzia Immormino e Antonio Francesco Urbino, "sussistono chiari profili di colpa determinati da negligenza e imprudenza nell'operato del medico che ebbe a visitare Valentina Chapellu durante l'accesso al pronto soccorso del Beauregard  avvenuto in data 11 febbraio 2020". Per i due esperti, "non si può essere certi della percentuale di sopravvivenza con un'adeguata impostazione terapeutica, ma considerando le basse percentuali di mortalità nei bambini di pari età della patologia di cui era affetta Valentina è probabile che una adeguata diagnosi e terapia avrebbero influito in termini significativi sulla sopravvivenza, ma anche nel determinismo del decesso".

Per i periti si tratta comunque di "colpa lieve", in quanto un "evento così drammatico era effettivamente raro e quindi non si può pensare" che abbia "agito nonostante la previsione dell'evento". Dalla consulenza  presentata durante l'incidente probatorio, emergono colpe meno lievi per gli altri due medici  visto che al momento delle due visite precedenti è molto probabile che la bambina fosse già affetta da influenza A ma senza l'infezione batterica che ne ha causato la morte il 17 febbraio 2020, dopo essere arrivata in condizioni disperate all'ospedale Regina Margherita di Torino.

Secondo l'autopsia, la piccola Valentina Chapellu fu uccisa da un'insufficienza respiratoria provocata da un'influenza su cui si era innestata un'infezione batterica. Una infezione che anche secondo i medici dell'ospedale pediatrico torinese era già in avanzato stato e dunque agilmente individuabile  prima del peggioramento delle condizioni che poi hanno portato al decesso della piccola.

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