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Virologo Crisanti: “Con test e tamponi messi a punto in ospedale abbiamo spento focolaio di Vo’”

“Per identificare le persone positive al nuovo coronavirus abbiamo scelto fin dall’inizio un metodo realizzato in casa, senza sistema chiuso e senza dover fare riferimento a fornitori” ha ricordato il direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’Ao padovana Andrea Crisanti, aggiungendo: “Strumento fondamentale per spegnere il focolaio di Vo’ “.
A cura di Antonio Palma
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Per accelerare lo screening dei pazienti ed effettuare quanti più tamponi possibili senza dover attendere forniture esterne, l'Azienda ospedaliera di Padova si è inventata un metodo Hi-tech sviluppato in casa che gli ha permesso di arrivare a quota 100mila tamponi dall’inizio dell’emergenza coronavirus. Lo ha spiegato oggi il virologo Andrea Crisanti in una conferenza stampa per fare il punto sulla situazione nella struttura e su quanto fatto finora insieme al direttore generale Luciano Flor. "Già il 20 gennaio avevo fatto presente all’Asl la necessità sviluppare un saggio diagnostico per identificare le persone positive al nuovo coronavirus. Noi abbiamo scelto fin dall'inizio un metodo realizzato in casa, senza sistema chiuso e senza dover fare riferimento a fornitori” ha sottolineato Crisanti, che dirige il Laboratorio di microbiologia e virologia dell'Ao padovana.

“Abbiamo messo a punto la metodica che è complessa. Il tampone è infatti solo un mezzo di prelievo, poi c'è la fase di estrazione degli acidi nucleici, una fase molto importante di distribuzione di reagenti e una fase di lettura. I risultati sono stati validati con l'Istituto Spallanzani di Roma. Con una concordanza al 100% abbiamo iniziato a fare i test alle persone che presentavano i criteri iniziali identificati dall'Oms" ha ricostruito Crisanti.

La prima vera sfida è arrivata quando la Regione Veneto ha chiesto di fare i test a tutti 3.300 abitanti di Vo' Euganeo, il pesino del padovano tra i primi focolai identificati in Italia. “È stato il primo stimolo per riorganizzare il lavoro e il flusso. Siamo passati da un centinaio a mille tamponi al giorno per poi arrivare progressivamente ai 2.500 di media giornaliera degli ultimi mesi” ha sottolineato o stesso virologo, concludendo: “Questo è risultato uno strumento fondamentale, prima di tutto per spegnere il focolaio di Vo'". Lo strumento, secondo il virologo, sarà fondamentale ora anche per spegnere focolai futuri che verranno individuati nelle fase di attenuazione del bocco dove i tamponi saranno ancora più necessari. "Ora possiamo aiutare altre aziende e ospedali nel Veneto che si stanno attrezzando per aumentare la capacità di fare tamponi perché l'obiettivo del Veneto è aumentare la capacità di fare tamponi per permettere a più persone possibili di ricominciare una vita normale" ha concluso Crisanti.

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