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Ville al mare come prime case per non pagare le tasse, decine di professionisti indagati

Gli indagati sono tutte persone facoltose, imprenditori e professionisti come medici e avvocati, tutti con redditi annuali a cinque e sei zeri. Falsamente gli indagati attestavano di staccarsi dal loro nucleo familiare per beneficiare delle agevolazioni previste ad esempio per l’Imu o per la tariffa ridotta per la fornitura di energia elettrica.
A cura di Antonio Palma
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Costose Ville al mare fatte passare come prime case con l’evidente tentativo di non pagare le tasse dovute anche se in realtà venivano aperte solo nei weekend quando i proprietari si trasferivano dalla città e addirittura da altre regioni dove effettivamente risiedevano. È quanto hanno scoperto gli uomini della Guardia di Finanza di Genova nell’ambito di accertamenti sulle proprietà delle ville di vacanze lungo la riviera ligure che hanno portato alla denuncia di decine di professionisti alla Procura di Genova per il reato di falso.

Gli indagati sono tutte persone facoltose, imprenditori e professionisti come medici e avvocati, tutti con redditi annuali a cinque e sei zeri. Secondo le Fiamme Gialle, la pratica era diventata quasi abitudinaria tanto che sono ottanta le persone sono state scoperte e denunciate. Secondo l’inchiesta si tratta in gran parte di persone che vivono e lavorano stabilmente fuori regioni, in particolare nelle vicine Piemonte e Lombardia, ma anche in Valle d’Aosta ed Emilia Romagna.

Le ville erano sparse tra Sestri Levante, Chiavari, Lavagna e Moneglia dove però i proprietari si recavano solo raramente come nel fine settimana o durante le vacanze estive. Falsamente però gli indagati attestavano di staccarsi dal loro nucleo familiare per beneficiare delle agevolazioni previste ad esempio per Imu, accesso al mutuo per “prima casa e contratti a tariffa ridotta per la fornitura di energia elettrica. Per incastrarli le Fiamme Gialle hanno incrociando vari dati come i consumi delle abitazioni, il luogo delle prestazioni sanitarie, la città in cui i figli andavano a scuola e il loro luogo di lavoro. Oltre alla denunce contestati indebiti vantaggi fiscali ottenuti per un totale di 800.000 euro.

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