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Vibo Valentia: ucciso da due sicari mentre teneva in mano il figlio di 6 anni. Catturato il killer

E’ stato individuato il killer di Carmelo Polito, 48 anni, ucciso in strada a Vibo Valentia da due sicari che – nel marzo del 2011 – entrarono in azione nonostante l’uomo in quel momento stesse camminando tenendo in mano suo figlio di soli sei anni, che assistette atterrito al delitto. L’assassino sarebbe Francesco Pannace, oggi 32 anni.
A cura di Davide Falcioni
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Un delitto orribile, commesso davanti a un bambino di sei anni che dovette assistere a una scena che mai potrà dimenticare. Era il primo marzo del 2011 quando Carmelo Polito, 48 anni, venne ucciso in strada a Vibo Valentia da due sicari che entrarono in azione nonostante l'uomo in quel momento stesse camminando tenendo in mano suo figlio. I killer si avvicinarono, gli spararono alla schiena e lo finirono con un colpo alla testa esploso nonostante la presenza del bimbo. Ebbene, a oltre otto anni di distanza i carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia ed i magistrati della Dda di Catanzaro e della Procura di Vibo ritengono di avere chiuso il cerchio su colui che premette materialmente il grilletto di una pistola calibro 7.65.

Si tratterebbe di Francesco Pannace, oggi 32 anni, al quale l'ordinanza di custodia cautelare è stata notificata in carcere dove già si trova per scontare una condanna definitiva per un altro omicidio. E' stato osservando un video girato da una telecamera della zona che i carabinieri del Nucleo investigativo di Vibo, coordinati dal procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, dal pm della Dda catanzarese Andrea Mancuso e da quello della Procura di Vibo Ciro Luca Lotoro, sono partiti per risalire agli autori del delitto. Il filmato – sconvolgente – ha ripreso, istante per istante, tutte le fasi del delitto. Nelle immagini si vedono padre e figlio mentre camminano mano nella mano vicino a un'officina meccanica, dotata della telecamera che ha ripreso tutto. All'improvviso sulla scena compaiono due soggetti incappucciati provenienti da una strada laterale. Correndo, i due arrivano alle spalle di Polito: uno gli spara ad un fianco poi, dopo che è caduto, lo finisce con un colpo alla testa davanti al bimbo, che assiste alla scena atterrito.

Ad incastrare Pannace è stata soprattutto un'intercettazione ambientale catturata nell'auto intestata a Rosario Fiarè, considerato un esponente di spicco dell'articolazione di ‘ndrangheta di San Gregorio. Pannace, per l'accusa, era l'autista del boss e colui che utilizzava veramente la vettura. Alcuni mesi dopo l'omicidio di Polito, l'uomo parla in auto con un amico e gli rivela: "Ma hai saputo che mi hanno incastrato?… perché ho ammazzato questo figlio di puttana". Al che il suo interlocutore gli chiede, "Chi Polito?" e lui: "Era pazzo! E così via… per te, per me e per gli altri". In un altro colloquio, anche questo intercettato dai carabinieri, nel penitenziario dove era detenuto per un altro omicidio, Pannace si tradisce ancora indicando al cugino il luogo in cui aveva nascosto il passamontagna, ritrovato poi dagli investigatori esattamente dove l'indagato aveva detto che era.

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