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Verona, picchia la compagna e mette il guinzaglio al collo del figlio che voleva difenderla

I fatti risalgono al periodo della pandemia. Ora un 52enne residente a Verona è stato rinviato a giudizio. Terribile il racconto della donna, 40enne: “Essere picchiata e maltrattata dal mio compagno era diventata una routine”.
A cura di Biagio Chiariello
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Immagine di repertorio
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Vessazioni, maltrattamenti violenze e soprusi in famiglia. È una storia terribile quella che arriva da Verona e che ha visto vittima una donna di 40 anni che ha trovato il coraggio di interrompere questa "prassi infernale" chiamando la polizia, dopo aver assistito a una scena che lei stessa ha definito "sconvolgente": il convivente che stringeva il guinzaglio del cane al collo del figlio 15enne per impedirgli di proteggerla.

Una denuncia grave, che va a sommarsi ai racconti degli altri episodi di aggressioni e minacce che la donna e i suoi due figli avrebbero subito nel corso degli ultimi due anni, specialmente nel periodo del lockdown. L'uomo, 52enne, A.T., residente a Verona, è stato rinviato a giudizio dal Gip del Tribunale con l'accusa di maltrattamenti in famiglia, danneggiamento, lesioni, minacce e violenza privata. C'è da dire che era stato già assolto dall'accusa più grave e condannato a 8 mesi per le minacce alla sorella e alla madre di lei. Per i nuovi episodi il processo avrà inizio il 9 giugno.

I pm lo accusano di aver "reiteratamente minacciato la convivente, percuotendola sovente con calci, schiaffi e pugni, controllandola in ogni spostamento".

In un'occasione l'avrebbe picchiata al capo e alla schiena con un telefono cellulare usando una tale veemenza da "distruggerle il telefonino sbattendoglielo addosso". In un'altra occasione l'avrebbe inseguita per casa con un coltello "dicendole che ovunque fosse andata l’avrebbe raggiunta e fatta a pezzi, urlandole ‘vieni qua che ti ammazzo‘".

La 40enne ha rivelato che "essere picchiata e maltrattata dal mio compagno era diventata una routine". Non solo: il convivente le avrebbe anche "impedito di vedere i familiari" e l’avrebbe sfruttata economicamente, "costringendola a dargli il bancomat per le proprie spese".

Agli agenti della questura scaligera la donna ha poi descritto quell’ultima escalation di rabbia del compagno, quando la discussione "è degenerata" e lui ha stretto il guinzaglio al collo del figliastro "prendendolo da dietro, lasciandogli i segni e rischiando di soffocarlo".

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