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Ventimiglia, uccide la ex e poi si suicida. La Procura: “C’erano 2 denunce ma non è emerso fosse perseguitata”

C’erano due denunce a carico di Antonio Vicari, l’uomo che ieri pomeriggio ha ucciso a colpi d’arma da fuoco la ex compagna Sharon Micheletti, di 30 anni, a Ventimiglia e poi ha rivolto l’arma contro di sé, togliendosi la vita. Tuttavia non sembrerebbe un caso di stalking. A dichiararlo è il procuratore di Imperia, Alberto Lari, che intende così far chiarezza sulla vicenda. Il 65enne di recente aveva perso il padre e in passato il figlio in un incidente stradale.
A cura di Biagio Chiariello
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"C'erano due denunce per minacce: una risalente al 28 marzo e l'altra ai primi giorni di giugno, ma così com'erano descritte, sembravano fatti isolati, non sembrava emergere che fosse perseguitata. Tanto è vero, che gli atti dei carabinieri non parlavano di stalking". Così il procuratore di Imperia, Alberto Lari in merito al femminicidio-suicidio avvenuto ieri a Ventimiglia dove Antonio Vicari, 65 anni, ha ucciso l'ex compagna Sharon Micheletti, di 30 anni con diversi colpi di pistola. Per il magistrato quindi si trattava di fatti "non ripetuti e seriali". In particolare nella denuncia presentata dalla donna dalla donna all'inizio di giugno, dopo due mesi di tranquillità, si faceva riferimento ad un incontro con Vicari che l'aveva minacciata di nuovo. Stando alle testimonianze, inoltre, il 65enne l'aveva molestata più volte sotto casa e anche al lavoro, anche con minacce di morte nei confronti e del bambino avuto nel matrimonio successivo alla loro relazione.

Antonio Vicari aveva perso di recente il padre

La relazione tra i due era finita da 4 anni quando Vicari era finito in carcere per una condanna definitiva per stalking e violenza sessuale nei confronti della ex moglie. Anche dal carcere aveva inviato diverse lettere a Sharon. Sui fatti di ieri potrebbe inoltre aver inciso anche la recente morte del padre dell'assassino, Domenico, da aggiungere alla perdita del figlio Cristian, morto vent'anni fa dopo un tragico incidente ad Airole, mentre si trovava con alcuni amici.

I post su Facebook e le foto con le pistole

Un messaggio dedicato proprio al ragazzo scomparso ("Ciao figlio mio, spero di rivederti al più presto t.v.b. kri" – 6 maggio) è uno dei tanti post pubblicati su Facebook negli ultimi mesi dall'uomo che, col senno di poi, appaiono significativi alla luce di quanto successo ieri a Ventimiglia. "Bene abbiamo preso una strada senza via di uscita", scriveva 31 maggio); e sopratutto il post del 2 giugno: "Pensa bene, che anche quando dormi io sono lì vicino, figurati quando sei con l'amante, non c'è posto che puoi nasconderti." Sul social in passato aveva postato anche due foto che lo ritraggono, in una in posa mentre imbraccia un fucile mitragliatore e nell'altra mentre prende la mira con una pistola in pugno. 

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