Venezia, “grazie perché non sapevo e ora so”: il biglietto sulla pietra d’inciampo del piccolo Leo
"Bravissimi, avete fatto bene a mettere questo ricordo: io non sapevo nulla, adesso, invece, so. Firmato, un vicino". Questo è il testo del biglietto lasciato vicino alla pietre d'inciampo in memoria di Pia Cesana Mariani e del suo bambino Leo Mariani, deportati da Venezia ad Auschwitz nel dicembre del 1943 e ricordati in una cerimonia collegata al Giorno della Memoria il 31 gennaio a Venezia. Leo visse solo 71 giorni ed è la più giovane vittima veneziana della Shoah. La madre Pia Cesana, all'epoca ventunenne, lo mise al mondo il 18 dicembre 1943, piantonata in ospedale dalla polizia italiana venne arrestata con il bimbo appena nato. Tutta la famiglia – anche il marito – venne deportata ad Auschwitz il 26 febbraio 1944. Di Pia e di Leo non si saprà più nulla.
Le due Pietre di Inciampo che ricordano Leo Mariani e la madre Pia sono state posizionate all'ingresso della loro ultima residenza, nel sestiere di Cannaregio. Con loro due – nell'iniziativa che ha avuto il patrocinio del Consiglio d'Europa – Ufficio di Venezia ed è stata curata dal Comune di Venezia, dal Centro Tedesco di Studi Veneziani, dalla Comunità Ebraica di Venezia e da Iveser – sono stati ricordati anche Gilda Jesurum Foà, Vittorio, Amelia e Augusto Coen Porto, Jole e Marisa Jesurum, Eugenio Saraval, Ida e Ada Ancona e Giuseppe Jona, medico e presidente della comunità ebraica di Venezia morto suicida nel 1943 per non dover consegnare ai tedeschi l'elenco dei cittadini ebrei rimasti in Laguna. "Venezia, ancora una volta, si dimostra sensibile al tema della Shoah e della memoria e può essere d'esempio per tutti e soprattutto per le giovani generazioni – ha detto la presidente del consiglio comunale Ermelinda Damiano. – E lo sta facendo, oltre che con questo percorso, anche con numerose altre iniziative, come il conferimento della cittadinanza onoraria che daremo alla senatrice a vita Liliana Segre".