Venezia, gemellini in adozione a coppia gay. Ma per il giudice “dovranno frequentare etero”

Il Tribunale dei Minori di Venezia ha autorizzato l’adozione di due gemelli da parte di una coppia omosessuale. A riportare la notizia è il Corriere del Veneto, che sottolinea come si tratterebbe della prima volta in cui viene concessa l’adozione di due gemelli messi al mondo da una delle due donne attraverso un percorso di procreazione medicalmente assistita praticato all’estero grazie a un donatore. Il collegio, presieduto da Maria Teresa Rossi, ha tenuto conto del parere favorevole del pm ma anche della relazione prodotta dall’Equipe adozioni dell’Usl 3, che per mesi ha seguito le due donne. Dalle informazioni trasmesse ai giudici, emerge che “la ricorrente e la madre dei minori costituiscono una coppia coesa, con un legame solido che si protrae da più di vent’anni” e che entrambe le quarantenni veneziane “vivono la relazione genitoriale con i bambini in modo adeguato”.
La raccomandazione che fa discutere – Soddisfatti per questa decisione i legali Umberto Saracco e Valentina Pizzol, che hanno assistito la ricorrente: “Ancora una volta – hanno detto – il Tribunale per i minorenni di Venezia ha saputo decidere in base al superiore interesse dei minori, riconoscendo il loro legame affettivo con la compagna della madre biologica”. A scatenare tuttavia qualche perplessità è la raccomandazione inserita dal giudice nella sentenza con cui si invita la coppia a frequentare persone eterosessuali: “Una frase – così gli avvocati – che purtroppo denota ancora una certa confusione sui temi diversi della identità di genere e dell’orientamento sessuale, a cui si aggiunge l’incomprensibile esigenza di specificare che i minori dovranno relazionarsi anche con persone non omosessuali”. Secondo Mattia Galdiolo, presidente dell’Arcigay di Padova, questa “raccomandazione” dimostrerebbe che anche i giudici, e non solo i politici, faticano a superare i preconcetti: “Cinquant’anni di studi – ha spiegato Galdiolo – dimostrano che la frequentazione di persone gay o etero non influenza affatto lo sviluppo dell’identità sessuale dei bambini”.