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Venezia, 20enne violentata nel giardino di una discoteca: è caccia all’uomo

Una ragazza di 20 anni di Marghera ha denunciato di essere stata violentata sabato sera nel giardino di una nota discoteca della cittadina in provincia di Venezia. Dopo l’aggressione, i genitori l’hanno accompagnata in ospedale dove i medici hanno confermato lo stupro. Al via le indagini per identificare l’aggressore: “È dell’Est Europa”.
A cura di Ida Artiaco
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Era andata a ballare con due sue amiche quando è stata avvicinata da un uomo, che l'ha poi violentata nel giardino antistante la discoteca. È successo lo scorso sabato 18 maggio a Marghera, in provincia di Venezia, dove una ragazza di 20 anni ha denunciato lo stupro avvenuto in uno degli spazi a disposizione del locale da parte di un giovane, che lei ha raccontato essere originario dell'Est Europa e che si è poi dato alla fuga. Dopo l'aggressione, la giovane è tornata a casa e ha confidato tutto ai genitori che, prima di rivolgersi alle forze dell'ordine, l'hanno accompagnata in ospedale, dove i medici hanno confermato l'abuso e informato gli investigatori. Erano le 6 del mattino di ieri, domenica 19 maggio.

Stando ad una prima ricostruzione, la 20enne era andata a ballare con le amiche in una nota discoteca di Marghera, dove è rimasta almeno fino alle 3, orario che aveva concordato con la madre e il padre per tornare a casa. I genitori si sono fatti trovare a quell'ora all'esterno del locale per darle un passaggio, ma hanno visto la figlia uscire sconvolta e le hanno chiesto cosa fosse successo. Da lì la corsa in ospedale e tutti gli accertamenti del caso. È così partita una vera e propria caccia all'uomo, come riporta La Nuova Venezia, mentre la vittima si trova ancora in stato di choc. In attesa che venga risentita di nuovo dagli agenti della Squadra Mobile, gli inquirenti hanno raccolto varie testimonianze e sono andati in discoteca per ispezionare i luoghi, ricostruire la dinamica dei fatti e prelevare le immagine delle telecamere di sorveglianza nella speranza di dare presto un volto all'aggressore.

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