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Ucciso da una freccia. Dopo averlo colpito Scalco ha gridato: “Fa male? Ti avevo avvisato”

L’audio sul telefonino dell’amico del 41enne peruviano potrebbe rappresentare una svolta nelle indagini sull’omicidio di Genova. Smentite dunque le dichiarazioni di Evaristo Scalco che aveva detto di voler solo “intimorire” Javier Miranda Romero.
A cura di Biagio Chiariello
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 "Fa male? Ti avevo avvisato". Dall’analisi dei telefonini sequestrati dai carabinieri del nucleo radiomobile arriva la prima smentita alle dichiarazioni di Evaristo Scalco, l’artigiano 63enne che avrebbe ucciso con una freccia da lui costruita il 41enne peruviano Javier Miranda Romero. La frase pronunciata dall'uomo è rimasta registrata sul telefonino dell’amico di Miranda Romero, che ha ripreso tutta la scena successiva al ferimento ed è riportata nell’ordinanza del gip Matteo Buffoni che ne ha convalidato l’arresto. Il 63enne nell’interrogatorio in carcere aveva sostenuto di non aver voluto colpire Miranda con la freccia.

“Volevo solo intimorirlo, faceva troppo rumore”, aveva spiegato, adducendo il fatto di aver sbagliato il tiro colpendo quindi il 41enne. Dall'ordinanza del giudice delle indagini preliminari Matteo Buffoni che ha disposto la custodia in carcere dopo l'interrogatorio di venerdì emerge proprio che Scalco ha "preso la mira per colpirlo" e ha mentito alla polizia giudiziaria nell'immediatezza del fatto.

Scalco ha scoccato la freccia "da una posizione sopraelevata rispetto a quella della vittima, e quest'ultima, nonostante l'orario notturno, era ben visibile, essendo la zona ben illuminata", scrive il gip. Miranda Romero "era l'unico bersaglio possibile, visto che – come documenta il filmato tratto dal sistema di videosorveglianza – l'amico si era allontanato dalla visuale di Scalco". Il 41enne peruviano è morto il giorno dopo la nascita del figlio.

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Esiste una “enorme sproporzione tra il motivo che ha scatenato la furia omicida di Scalco e l'azione delittuosa da lui realizzata”, si legge ancora nell'ordinanza. In più, lo stesso assassino “ha ammesso di aver ‘perso la testa’ a fronte delle offese ricevute, e non è possibile escludere che ciò accada nuovamente qualora egli venga a trovarsi in una situazione analoga”.

Motivo per il quale il 63enne deve restare in carcere. L'artigiano "non è in grado di controllare i propri impulsi" e potrebbe reiterare il reato. Scalco è accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi.

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